Ghali: un contratto per salvare i poveri

La metà ricca del pianeta s'interroga sui due miliardi e mezzo di dannati della Terra La metà ricca del pianeta s'interroga sui due miliardi e mezzo di dannati della Terra Ghali: un contratto per salvare i poveri Summit Onu a Copenaghen BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quanti sono i poveri al mondo? E quanti i diseredati, gli emarginati, gli esclusi, coloro che sono stati gettati ai margini delle opulente città occidentali o che vivono nelle bidonville accatastate attorno alle megalopoli del Terzo mondo? Secondo le Nazioni Unite i dannati della Terra, gli intoccabili, sono più di un miliardo, mentre ancora un miliardo e mezzo vivono in condizioni di semplice miseria, privi dei servizi sociali più elementari. E' una novità? No, lo si sa da sempre, e da sempre le anime pie lanciano appelli a fare qualcosa, a mobilitarsi, a raccogliere l'esercito della solidarietà. E intanto il divario tra Nord e Sud del mondo, ma anche quello tra ricchi e poveri nelle nostre società satolle, si allarga sempre più, come se nulla potesse avvicinare gli uomini tra loro. E' così? Da ieri, a Copenaghen, centinaia di organizzazioni non governative sono riunite per la prima «conferenza mondiale sullo sviluppo sociale», con la speranza dichiarata di dimostrare che così non è, che qualcosa si può e si deve fare, tanto più oggi che la guerra fredda è scivolata nel passato, e che governi ad Ovest e ad Est hanno più tempo per rendersi conto che la miseria può diventare presto o tardi la vera «bomba» che tutto travolge. Aprendo la conferenza, il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali ha detto: «Dobbiamo chiederci se abbiamo realizzato nel modo migliore il nostro impegno a promuovere il progresso economico e sociale dei popoli». La risposta è ovvia, e per questo bisogna ritornare al concetto di responsabilità sociale collettiva, stipulare un nuovo contratto sociale che possa fare sperare gli uomini e le donne della Terra. «Ecco - ha detto - l'obiettivo da mettere a fuoco in questo vertice». Vertice, sì, perché dopo le organizzazioni non governative, a partire da venerdì prossimo, saranno 120 capi di Stato e di governo ad affrontare i tre grandi temi della Conferenza: lotta alla povertà, lotta all'esclusione so- ciale, lotta alla disoccupazione. Produrrà qualcosa questo gran chiacchierare? Secondo il nostro ministro per la Famiglia e la solidarietà, Adriano Ossicini, «il solo fatto che oggi si discuta di questi temi in una sede tanto autorevole è certamente un passo in avanti, ma questo non basta». Non basterà neanche il comunicato finale della Conferenza, già pronto e pieno di buoni propo¬ siti. Il portavoce del Vaticano, Joaquin Navarro, ricorda che saranno gli Stati a dover mettere in pratica le raccomandazioni dell'Onu: lo faranno? «Abbiamo notato un certo scetticismo tra i Paesi sviluppati, voghamo impegnarci per vincerlo». Lo scetticismo è stato puntualmente e molto concretamente registrato il mese scorso, quando i Quindici dell'Unione europea non sono riusciti a mettersi d'accordo nemmeno per mantenere i loro attuali aiuti a favore delle ex colonie. Ma forse questo vertice a qualcosa servirà, magari anche solo a ricordare al «pubblico televisivo» che al mondo i poveri esistono ancora. Ci penserà forse Hillary Clinton, che domani festeggerà a Copenaghen la festa delle donne. Ci penseranno Fidel Castro e Mandela, Li Peng e l'indiano Rao. Forse ci penseranno anche i leader di questa Europa troppo attenta a guardarsi l'ombelico, incapace di far fronte alle tempeste monetarie e politiche che squassano sempre e soprattutto le economie dei Paesi meno ricchi. E comunque lo hanno ricordato i «sudisti» del mondo, i 131 Paesi del gruppo che chissà perché viene ancora chiamato «dei 77»: assieme abbiamo debiti per 2000 miliardi di dollari, pagarli significa suicidarsi. Condonateci, e vi saremo grati per sempre. Ieri la Danimarca, per prima, ha raccolto l'invito. E gli altri? Fabio Squillante I Nella capitale danese sono attesi 120 capi di Stato Il Vaticano: su questi temi ancora troppo scetticismo I e un'immagine emblematica della povertà in Somalia I NUMERI DELLA DISUGUAGLIANZA ISTRUZIONE NOVECENTO MILIONI DI ESSERI UMANI SONO ANALFABETI. BILANCI MILITARI LE SPESE MILITARI ANNUALI DEI PAESI RICCHI SONO PARI AL REDDITO DI DUE MILIARDI DI PERSONE POVERE. I PROGRAMMI MILITARI (800 MILIARDI DI DOLLARI ALL'ANNO) EQUIVALGONO AL REDDITO DI META' DELLA POPOLAZIONE MONDIALE. RICCHEZZA CIRCA UN MILIARDO E 300 MILIONI DI ESSERI UMANI, SU UN TOTALE DI 5 MILIARDI E 600 MILIONI, SONO NULLATENENTI E SOPRAVVIVONO CON MENO DI UN DOLLARO AL GIORNO. UN ALTRO MILIARDO DI ABITANTI POSSIEDE I TRE QUARTI DELLE RICCHEZZE DEL GLOBO. B VITA UN MILIARDO E MEZZO DI PERSONE NON HANNO ACCESSO ALL'ACQUA POTABILE, OLTRE MEZZO MILIARDO SOFFRONO DI DENUTRIZIONE. OGNI ANNO 14 MILIONI DI BAMBINI MUOIONO DI MALATTIE PERFETTAMENTE EVITABILI. IN AFRICA, L'ASPETTATIVA DI VITA MEDIA NON SUPERA 150 ANNI. POVERTÀ' L'ASIA DEL SUD OSPITA LA META' DELLA POPOLAZIONE PIÙ' POVERA, L'AFRICA IL 16% (MA UN AFRICANO SU DUE VIVE AL DI SOTTO DELIA SOGLIA DELLA POVERTÀ'). I POVERI SONO IL 15% DELLA POPOLAZIONE DEGLI STATI UNITI E DELL'EUROPA OCCIDENTALE. OTTO POVERI SU DIECI VIVONO NELLE ZONE RURALI, MA LA POVERTÀ' URBANA E' IN CRESCITA. DONNE LE DONNE SONO IL 70% DELIA POPOLAZIONE CHE VIVE IN CONDIZIONI DI DISAGIO. OGNI ANNO 500 MILA MUOIONO DI PARTO. BAMBINI IL BRASILE HA 400 MILA BAMBINI DI STRADA: OGNI GIORNO 4 DI LORO VENGONO ASSASSINATI. IN THAILANDIA, SRI LANKA E FILIPPINE MEZZO MILIONE DI BAMBINI SI PROSTITUISCE. NEGLI STATI UNITI TRE MILIONI DI PICCOLI VENGONO MALTRATTATI. CENMOSO EMIGRAZIONE CENTO MILIONI DI PERSONE SONO EMIGRATI NEL MONDO. NEGLI ULTIMI TRENTANNI, 35 MILIONI SONO EMIGRATI DAL SUD VERSO IL NORD, E LA CIFRA CRESCE DI UN MILIONE ALL'ANNO. A fianco il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali In alto una delegata del Sudan alla conferenza mondiale sullo sviluppo sociale di Copenaghen In basso a destra il generale Aidid e un'immagine emblematica della povertà in Somalia