Orlando, rissa trai partiti

4 & Forza Italia e An all'attacco, il pds difende il sindaco di Palermo Orlando, rissa trai parlili E l'Osservatore accusa: doveva tacere ROMA. Diventa un caso politico il suicidio del maresciallo Antonino Lombardo. Non passano 24 ore dalla notizia della sua morte che il Palazzo, già in preda a fibrillazioni pre-elettorali, si divide anche su questa tragedia: i partiti di opposizione, Forza Italia e An in testa, vanno all'attacco di Leoluca Orlando e del Tg3 mentre i partiti di sinistra si schierano in loro difesa. E in questo scambio di accuse si inserisce anche l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, che attacca il sindaco di Palermo e accusa il conduttore Michele Santoro di «rilanciare gli strali senza batter ciglio». La conferma che il caso Lombardo ò ormai l'ennesimo terreno di scontro politico arriva con la vistosa correzione di rotta da parte della segreteria del pds. In un primo tempo Pietro Folcna, responsabile per la giustizia e la sicurezza della Quercia, aveva criticato Orlando per la sua propensione a fare «denunce in tv an- ziché in Procura». Ma poi, di fronte al moltiplicarsi degli attacchi al sindaco di Palermo da parte della destra, Folcna dichiara: «Con la stessa nettezza con cui mi sono dissociato e mi dissocio da attacchi pubblici nei confronti di funzionari dello Stato o di responsabili locali dell'ordine pubblico, oggi dico che va respinta la campagna di linciaggio del sindaco Orlando. Essa viene in particolare da ambienti politici che non hanno nulla a che vedere con un impegno contro la mafia». La stessa considerazione motiva l'atteggiamento di Rifondazionc comunista. «Il violento attacco a Orlando va fermato con un forte senso di responsabilità - dice Francesco Forgione, segretario regionale del prf in Sicilia e membro della direzione nazionale -. La cosa grave e che si sta ricreando il clima dei più bui Anni 80». A guidare l'offensiva nello schieramento opposto è Gianfranco Fini, che dal divano di Lu- ciano Rispoli a Tappeto volante (Tmc), dichiara: «Le dichiarazioni di Orlando sono gravi, ma non è la prima volta: ne risponde alla propria coscienza, se ne ha una, e ai suoi elettori. E' gravissimo, invece, l'atteggiamento di Santoro perche chi gestisce una trasmis¬ sione, soprattutto su un'emittente pubblica, ha sempre il dovere di sentire l'altra campana. Lombardo, invece, è stato linciato pubblicamente'senza che nessuno sentisse il bisogno di spezzare una lancia a suo favore». Un gruppo di senatori di Forza Italia, guidati dal loro presidente Enrico La Loggia, è ancora più esplicito: «Il maresciallo Lombardo è una delle tante vittime della cultura del sospetto. E ad alimentare il sospetto in questo caso hanno provveduto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che così si è reso responsabile moralmente della morte del sottufficiale, e la trasmissione Tempo reale (condotta appunto da Santoro, ndr), che ha violato i più elementari principi deontologici della professione giornalistica». E Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, rincara la dose: «Se Orlando vuole realmente dare una mano alla lotta alla mafia, si dichiari una volta e per tutte, collaboratore di giustizia e racconti ciò che ha appreso durante i vent'anni nella de accanto a Lima, Ciancimino e Inzerillo. La smetta di urlare e cominci a parlare còme un qualsiasi pentito». E sempre dai banchi di Forza Italia arriva l'attacco del presidente della commissione di vigilanza Marco Taradash a Santoro, che accusa di condurre trasmissioni «precostituite per promuovere provocazione e calunnia». Tiziana Maiolo, presidente della commissione Giustizia, accusa Orlando e Santoro di «cinismo e arroganza di stampo corleonese» per aver usato la tv «come una lupara». Vittorio Sgarbi, presidente della commissione Cultura, chiede le dimissioni di Orlando e considera «inaccettabile» che il governo Dini non prenda posizione contro il sindaco di Palermo. Dall'Osservatore Romano partono accuse durissime contro Orlando e Santoro: «Sconcerta il fatto che, dopo la notizia del suicidio, chi aveva lanciato le pesanti accuse abbia avuto ancora l'improntitudine di parlare. Non mancano neppure gli amplificatori, pronti a rilanciare gli strali senza domandarsi se sia giusto, se sia corretto». [a. d. r.] & Il presidente dei senatori di Forza Italia Enrico La Loggia

Luoghi citati: Lima, Palermo, Roma, Sicilia