«Non svenderò la Francia ai privati»
Il candidato socialista all'Eliseo, in caso di vittoria, aprirà le frontiere agli immigrati PARIGI Il candidato socialista all'Eliseo, in caso di vittoria, aprirà le frontiere agli immigrati «Non svenderò la Francia ai privati» Nel programma dijospin una svolta in economia PARIGI. Ammorbidimento delle leggi sull'immigrazione e fine della politica delle privatizzazioni: sono due tra i punti principali del programma del candidato socialista alle elezioni presidenziali francesi del maggio prossimo, Lionel Jospin. Lo ha rivelato ieri a Parigi lo stesso Jospin, che presenterà il suo programma domani, sempre nella capitale francese. Il candidato socialista ha precisato che è sua intenzione «tornare ai principi repubblicani del "Jus terrae", secondo cui tutti i bambini nati in Francia sono francesi» e che se verrà eletto, porrà «un termine alla politica delle privatizzazioni: sono contrario alla svendita del nostro patrimonio, iniziata dal governo Balladur per soddisfare gli interessi di un piccolo gruppo dirigente il cui nocciolo duro è composto dai suoi amici». Jospin si è in particolare pronunciato contro la privatizza-, zione del colosso siderurgico «Usinor-Sacilor», prospettata dall'attuale governo di centrodestra. Tra gli altri punti svelati dal candidato socialista c'è la soppressione della politica africana della Francia, che verrebbe inserita nella politica estera generale perché «dobbiamo considerare i Paesi africani come gli altri». Aumentano frattanto le difficoltà per il premier neogollista Edouard Balladur, fino a poco tempo fa superfavorito per le presidenziali. Un sondaggio che viene pubblicato oggi da «Le Journal du Dimanche» conferma che la popolarità di Balladur sta calando drasticamente, mentre il suo «fratello nemico», il sindaco di Parigi, Jacques Chirac, anche lui candidato neogollista, sta conquistando spazi anche al centro e a sinistra. In caso di ballottaggio tra Chirac e Balladur, il primo otterrebbe infatti il 52 per cento dei suffragi, contro il 36 per cento di un mese fa. Ed a causa della «guerra» tra Balladur e Chirac il governo francese rischia di perdere una delle sue pedine più importanti: il ministro degli Esteri, Alain Juppè. Secondo fonti politiche parigine sciitamente bene informate, le dimissioni di Juppè, uno dei principali sostenitori di Chirac, non sono da escludere, con conseguenze non irrilevanti sulla politica estera della Francia, che ha la presidenza di turno dell'Unione Europea. Lo scontro tra le due «prime donne» neogolliste Balladur e Chirac ha fatto irruzione nel governo ed i primi ad averne fatto le spese sono due ministri apertamente favorevoli a Chirac: Juppè ed il ministro della Cultura, Jacques Toubon. Balladur - attraverso il suo braccio destro Nicolas Sarkozy, ministro del Bilancio - ha diminuito i crediti destinati al ministero degli Esteri e della Cultura, ufficialmente per ragioni di riduzione generale delle spese statali. Juppè ha immediatamente replicato, annunciando la chiusura di 6 ambasciate e di quindici consolati, oltre alla riduzione di programmi culturali per i francesi all'estero. Balladur ha reagito con molta durezza, inviando una lettera ai senatori che rappresentano i francesi all'estero, nella quale definisce «infondate» le misure decise da Juppè. L'ultimo episodio di questa «guerra delle ambasciate» si è svolto ieri pomeriggio: con molta ironia il ministero degli Esteri ha detto di «aver appreso con soddisfazione la decisione di Balladur di annullare le misure di economia annunciate» nei giorni scorsi. [Ansa] Il candidato socialista all'Eliseo, Lionel Jospin, ha preannunciato ieri il suo programma elettorale [FOTO EPA-AFP]
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