«Non abbiamo colpe» di Simonetta Robiony
«Non abbiamo colpe» «Non abbiamo colpe» Santoro: dall'Arma difesa tardiva LA REPLICA DEL CONDUTTORE MROMA ICHELESantoro è addolorato per la tragica fine del maresciallo Lombardo ma non è pentito per quel che si è detto a «Tempo reale», anzi chiede si vada avanti nelle indagini per scoprire la verità. Santoro è fuori casa. In tutta la giornata di domenica non ha avuto né il modo né il tempo di rivedere quella trasmissione del 23 febbraio dedicata a T,errasini, la trasmissione in cui Orlando aveva fatto riferimento a Lombardo dicendo: «Alcuni pezzi dello Stato a Terrasini stanno dalla parte della mafia. Io chiedo all'autorità giudiziaria ed al comandante Federici di indagare sul comportamento del maresciallo fino a poco tempo fa responsabile della stazione dei carabinieri di Terrasini». Il nome di Lombardo, Orlando non l'aveva pronunciato: ma il precedente responsabile della stazione era lui. Com'è andata quella sera, Santoro? «Vado a memoria ma quel fatto me lo ricordo bene. Noi avevamo costruito una trasmissione per denunciare, ancora una volta, come la mancata ripresa economica nel Sud, e in particolare in Sicilia, potesse essere all'origine di una ripresa della mafia. E i fatti ci stanno dando ragione. Terrasini l'avevamo scelta proprio per questo: c'era un sindaco che sosteneva d'essere oggetto di minacce, un Consiglio comunale che non gli dava credito, una cava sfruttata come discarica da una famiglia considerata mafiosa, un villaggio turistico che stentava a decollare. Di questo, e non d'altro, avremmo voluto parlare quella sera». Poi è arrivato Orlando e l'attenzione s'è spostata sul maresciallo Lombardo, vero? «Non è esatto. In principio Orlando ha fatto una denuncia generica, solo dopo una sollecitazione di Gasparri e una precisazione del sindaco di Terrasini è stato più chiaro. E si è assunto la responsabilità di quanto stava dicendo». Lei non è intervenuto, come mai? «Io non sapevo niente di questa storia. Ignoravo perfino l'esistenza del maresciallo Lombardo. E sinceramente non mi interessava affatto, quella sera, criticare le forze dell'ordine, anche perché so bene quanto i carabinieri in Sicilia hanno fatto per la lotta alla mafia». E quindi è stato zitto... «Se so una cosa parlo, se no ascolto». Adesso, comunque, c'è un morto, un uomo che forse ha deciso di uccidersi per la vergogna di quell'accusa. «Lo so. E mi sento molto turbato, anche perché non è la prima volta. E' una cosa che fa riflettere». Sta pensando se sia giusto accusare attraverso la tv chi in quel momento non può difendersi? «No. Sono molto addolorato ma ho il convincimento che in tutta questa storia la tv non c'entra. Noi abbiamo solo registrato l'accusa di Orlando. Di più non potevamo fare». Insomma la responsabilità di quanto è successo è solo di Orlando? «Il gioco delle responsabilità è un gioco al massacro. Io non parlerei di responsabilità fino a quando un'indagine non chiarirà perché il maresciallo s'è suicidato. La lettera che ha lasciato ha punti oscuri, quel riferimento al non voler mettere a repentaglio la vita dei propri cari non si capisce». Il generale Federici ha accusato chi denuncia fatti ritenuti illegali solo attraverso la tv, che ne pensa? «A me pare che la difesa che l'Arma fa del maresciallo Lombardo sia una difesa tardiva. In tutti questi giorni nessuno dall'Arma mi ha spedito un comunicato per chiarire la posizione del maresciallo, per dargli la sua solidarietà, per chiedere a noi una precisazione. L'avrei fatto volentieri perché compito del giornalista è avvicinarsi il più possibile alla verità. Ecco, non vorrei che questa morte servisse a non far parlare più di quel che succede a Terrasini». Simonetta Robiony teggerlo, intanto vano messo il sucontrollo, perfinosciallo Lombardotere per iscritto chco raccontava balIl seguito si conche si rincorron Michele Santoro, conduttore di «Tempo reale»
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