Si uccide dopo le accuse in tv

Palermo, suicida in caserma il maresciallo dei carabinieri Lombardo: fu indicato da Orlando come legato alla mafia Palermo, suicida in caserma il maresciallo dei carabinieri Lombardo: fu indicato da Orlando come legato alla mafia Si uccide dopo le accuse in tv «Il giorno più bello fu quando presi Riina» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un altro colpo di pistola echeggia a Palermo. Un'altra ferita nella lotta civile contro la mafia. Stavolta a produrla non è un delitto, ma un suicidio, quello di un carabiniere al quale erano stati rivolti pubblicamente sospetti forse ingiusti. La sua morte crea nuove lacerazioni e ulteriori sospetti. Uno sparo alla tempia destra. Così è morto, alle 22,30 di sabato, il maresciallo Antonino Lombardo, 49 anni, da 31 nell'Arma dei carabinieri che ora lo piange come uno dei suoi uomini migliori. Il sospetto di connivenze mafiose lanciato contro di lui dalla Rete e rilanciato in forma clamorosa da Leoluca Orlando la sera del 23 febbraio a «Tempo reale», la trasmissione di Michele Santoro, forse l'ha sopraffatto. Sullo sfondo c'è il controverso caso di Terrasini dove la politica, per lunga tradizione immancabilmente diventa scandalo, rissa. E a Terrasini il maresciallo Lombardo, moglie e tre figli uno dei quali ha seguito le sue orme, per più di 16 anni aveva comandato la locale stazione dei carabinieri. La cronaca del nuovo suicidio «eccellente» a Palermo (quello del deputato de Rosario Nicoletti e il più recente del giudice Domenico Signorino fecero scalpore) è scarna. Dopo l'ennesima giornata di lavoro nella caserma Bonsignore in corso Vittorio Emanuele, nel cuore di Palermo, sabato sera il maresciallo è salito sulla Fiat Uno a lui assegnata per dirigersi a casa, a Terrasini. Da circa un anno, da quando il fuoco delle polemiche era stato sempre più attizzato, l'avevano trasferito al Ros, il reparto operativo speciale. Nel posto n. 8 del parcheggio, nell'oscurità, è rimbombato il colpo esploso dalla pistola di ordinanza. E' accorso il piantone. Quindi l'allarme e la mobilitazione. Qualcuno avrebbe visto il maresciallo farsi il segno della croce, nella sua auto. Sul sedile accanto al lato guida, è stata trovata la lettera-testamento con cui il sottufficiale ha chiesto perdono alla moglie Fina (sorella del tenente dei carabinieri Carmelo Canale, per anni «spalla» di Borsellino) e ai tìgli Giuseppe, Fabio e Rossella, «che sono tutta la mia vita» ha scritto il suicida. Per tutta la riotte e ieri mattina la salma è stata vegliata nella chiesetta situata nello stesso cortile. Nel pomeriggio è stata trasferita nel piccolo villino immerso nel verde a Terrasini. Qui i Lombardo abitano da tempo. Oggi i funerali. Saranno religiosi, visto che il morto è un Suicida, o vi sarà una deroga alla norma ecclesiale che in questi casi li vieta? E mentre le notizie sulla pietosa scelta di Lombardo suscitano sgomento, gli inquirenti e i familiari cercano il vero «perché» e si aggrappano alle nobili parole nel¬ la lettera d'addio. Il maresciallo ricorda tra l'altro di aver partecipato alla cattura di Riina il 15 gennaio '93 e accenna alle sue missioni negli Usa, sostenendo che la chiave della sua delegittimazione sta proprio in quei viaggi. Che cosa ha inteso dire? Qualcuno ipotizza che un commerciante di vino, Francesco Brugnano, 59 anni, trovato col cranio sfondato il 26 febbraio a un passo da Terrasini, fosse un suo «confidente»: un delitto che l'avrebbe spaventato al punto da suggerirgli di togliersi la vita? Il coro delle indiscrezioni alimenta gli immancabili polveroni. C'è chi ricorda che il nome di Lombardo l'avrebbe fatto due anni fa il pen¬ tito Salvatore Palazzolo, chiamando in causa decine di insospettabili. Ma c'è chi attribuisce un'influenza decisiva alla cosiddetta cultura del sospetto di Leoluca Orlando e del sindaco retino di Terrasini, Manlio Mele, sfiduciato da 19 dei 20 consiglieri comunali dopo aver denunciato minacce mafiose che a detta di molti in realtà non avrebbe ricevuto. Accusato di aver fatto demagogia, Mele (che è deputato regionale) sostiene in sintonia con Orlando di aver solo sollecitato indagini sulla mafia di Terrasini, quelle che riteneva che Lombardo non avesse svolto. Antonio Ravidà -v-v,, SoprMelescrittzpmeNsmrG Sopra, il maresciallo Lombardo e il sindaco di Terrasini Mele. Da sinistra, un'immagine di Terrasini e la lettera scritta dal maresciallo. Sotto, il testo della lettera