Da Wojtyla il vescovo ribelle

E' stato allontanato dalla sua diocesi perché sostiene i diritti degli omosessuali e Fuso dei preservativi E' stato allontanato dalla sua diocesi perché sostiene i diritti degli omosessuali e Fuso dei preservativi Da Wojtyla il vescovo ribelle Monsignor Gaillot: chiederò giustizia PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Giovanni Paolo II apre le braccia a Jacques Gaillot, il vescovo ribelle che il Vaticano destituì due mesi fa sollevando feroci proteste. Il Pontefice «lo riceverà in udienza», qualora l'ex presule «ne faccia domanda». Autocritica, gesto pacificatore, o semplice contentino per una Chiesa francese mostratasi assai critica nella circostanza verso il soglio di Pietro, la decisione è comunque clamorosa. E Jacques Gaillot, vescovo ormai senza ubi consistam - allontanatolo da Evreux, gliene assegnarono una in Mauritania estinta da vari secoli - Gaillot se ne rallegra. Ma lascia capire che non si presenterà al suo destitutore in un ruvido sacco penitenziale. «Intendo dialogare con lui, mica giustificarmi». Roma non ò dunque Canossa per il monsignore estromesso. Vera star del dissenso - solo in campo morale e disciplinare, ricordiamolo, mai teologico - Jacques Gaillot moltiplica nel frattempo le apparizioni tv e sui giornali malgrado i numerosi rimproveri motificatigli dalla gerarchia. E si accinge, lunedì, a traslocare in uno stabile parigino che occupano i senzatetto. Giovanni Paolo II incontrerà dunque il primo vescovo squatter. Per intercedere in suo favore con il Vaticano, si era mosso mons. Joseph Duval, che presiede la Conferenza episcopale transalpina. Critico sui «metodi» vaticani nell'affaire Gaillot, il primo vescovo di Francia aveva espresso a più riprese il desiderio di trovare con Roma un'intesa su basi nuove. Nei giorni scorsi ha potuto infine vedere il Papa. Colloquio atteso e delicatissimo. E' durato quasi un'ora. Nel riferirne, il vice di Duval - Emile Marcus - descrive un Giovanni Paolo II silenzioso. «Ha ascoltato a lungo, e con estrema attenzione». I due ecclesiastici gli illustravano, in particolare, il disagio che serpeggia Oltralpe - clero e laici assieme - sui metodi autoritari vaticani. Per dirla con Joseph Duval, «le reazioni attuali del cattolicesimo francese». Ebbene, il Papa vorrebbe ricucire lo strappo. Ne testimonia l'invito al reprobo Gaillot. Ma il Pontefice vuole andar oltre. E s'impegna ad «aiutarlo nell'esercizio del suo ministero episcopale». «Con i diritti e i doveri che ne discendono», conclude Joseph Duval sottolineando un'obbedienza cui nemmeno Gaillot può derogare. Vescovo lo rimane. Giacché si diviene tali per sempre e nessuna censura magisteriale potrà invalidare la primigenia consacrazione. Finora, però, il «riciclaggio» - per ricorrere a un termine profano - di Jacques Gaillot appariva problematico. Meglio tenerlo in un angolo. Ma ora il Vaticano stesso riconosce ora che il vescovo disoccupato Gaillot troverà degne mansioni. Quali? Per saperlo, occorre attendere il rendez-vous romano. Che giustifica serie apprensioni. L'ex vescovo di Evreux non domanda al Papa indulgenza, ma «giustizia». «Ci sono stati malintesi, bisogna superarli». (...) «Sono vittima di un'ingiustizia. La Chiesa ci deve una spiegazione. Uomini e donne di Evreux l'attendono con impazienza», proclama. Solo alla fine smorzerà il tono. «Indubbio che vi sia un'apertura nei miei confronti. Ho fiducia». E nella lettera dei vescovi francesi reduci dall'incon¬ tro papale sulla vicenda, sembra intravedere segnali positivi. «Riconoscono che la "condivisione delle responsabilità" Papa-vescovi è lacunosa», dichiara. Il futuro appare, in definitiva, meno scuro per il monsignore amico di gay e tossicomani. Qualcuno già gli cuce addosso panni da ambasciatore itinerante. Sarebbe il vescovo degli ultimi: poveri, drop-out, «diversi». E per diocesi, la strada. Enrico Benedetto «Non è una Canossa perché voglio che siano riconosciute le ragioni dei miei confratelli» Sulla decisione di Giovanni Paolo II hanno pesato le pressioni e il malumore del clero francese Giovanni Paolo Il e a destra l'ex vescovo di Evreux, in Francia, monsignor Jacques Gaillot «licenziato» dal Vaticano per le sue prese di posizione

Luoghi citati: Evreux, Francia, Mauritania, Parigi, Roma