«A destra troppi avventurieri» di Zeni
Buttiglione: non si manda in rovina il Paese per fare le elezioni a giugno Buttiglione: non si manda in rovina il Paese per fare le elezioni a giugno «A destra troppi avventurieri» // leader del ppi: ma niente rotture «In politica ci si incontra sempre» MILANO. Rocco Buttiglione si unisce al coro che definisce «irresponsabile» il no di Berlusconi. «Certo - dice - anche per me quella decisione è irresponsabile». Onorevole Buttiglione, anche lei la paragona a una pugnalata alle spalle del Paese? «Proprio così». Anche lei parla di un'ubriacatura di avventurieri? «E' quello che penso». Scusi, Buttiglione, sono parole di fuoco, le potrebbero usare D'Alema, Segni, Prodi... «E io sarei d'accordo con loro». D'accordo con Prodi? E' già un passo in avanti. «Senta, io non ho nulla contro Prodi, ho vissuto male il tentativo di forzare la mano al ppi». E la Lega, è un po' che non ne parla: discorso chiuso? «Neanche per sogno, la Lega è un interlocutore importante, se non ne parlo è perché ci si concentra su quelli con cui si ha più difficoltà di rapporto». Cioè Berlusconi e il Polo, su cui ha appena picchiato duro. «Quando le forze politiche danno segno di irresponsabilità bisogna dirlo forte e lavorare perché cambino idea». Chi ha sentito del Polo? «In politica ci si sento sempre». Ha parlato con Berlusconi? «Su questo, se permette, non dico nulla». Ci dica almeno se ha captato la possibilità di un ripensamento prima di martedì. «Lo spero, lo spero molto». Scusi, Buttiglione, ma lei le ragioni del no le ha capite? «No, non ho capito cosa sia successo. Purtroppo, da tempo l'area moderata che si è aggregata a destra vive un'ubriacatura e si è messa nelle mani di avventurieri. In questo momento la classe politica è percorsa da paure, sospetti, voci: in giro c'è troppa emotività, forse anche troppa vanità». Dicono che Berlusconi teme una trappola. «E' l'interpretazione più diffusa». Una trappola congegnata per non farlo votare a giugno. «Lui vuole giugno a tutti i costi». E lei? «Io non manderei in rovina il Paese per fare a tutti i costi le elezioni a giugno. Per me è fondamentale una tregua che sposti l'attenzione dalla faziosità ai contenuti». La sua proposta di ricostruire il centro moderato... «Un centro che vince nella misura in cui - scusi il politichese - si mette da parte lo scontro personalistico: la faziosità è un vizio». E il no cos'è? Uno stravizio? «Immagino sia stata una reazione emotiva. Il Polo ha preso voti anche da gente che lavora e che non dorme la notte perché deve pagare le cambiali, tutta gente per la quale l'aumento dei tassi d'interesse è stata una piazzata e che giudicherebbe insopportabile un'altra: pensi cosa sarebbe per queste persone un no alla manovra che portasse a una crisi finanziaria grave e quindi ad aumenti dei tassi? Sarebbe un tradimento». Prima avventurieri, ora traditori... «Bisogna riflette :: i mercati sono preoccupati dall'instabilità politica ma sono ancor più preoccupati dall'irresponsabilità. Se fiutano che in Italia c'è una classe politica irresponsabile è finita: scappano. Per farli tornare si dovranno aumentare i tassi e con i tassi salirà il costo del denaro: una spirale perversa». Ha letto Montanelli? Dice che è intollerabile che l'Italia sia messa a soqquadro per le tv del Cavaliere. «C'è del vero. E' plausibile che Berlusconi voglia votare a giugno perché teme il referendum sulla Mammì. Purtroppo, questa è la vera anomalia dell'Italia: che una forza politica sia legata agli interessi di un gruppo imprenditoriale. Questo è il nodo da sciogliere e 10 dico senza ostilità a Berlusconi: 11 solo sospetto che dietro alle sue decisioni politiche ci siano interessi di parte, è un fattore di inquinamento. Anch'io, credo...». Anche lei cosa, professore? «Anch'io, se avessi un'azienda di 37 mila persone che rischia d'andare a fondo per scelte politiche, potrei esser influenzato». E se lei fosse Berlusconi? «Uscirei dalla politica o troverei il modo di trasformare il patrimonio in liquidità, che ne so?, lo investirei in titoli di Stato decennali». E' un'idea? «Non mia, fu John Kennedy, quando entrò in politica, a investire in Bond trentennali della Difesa». Armando Zeni Il leader della Lega Nord Umberto Bossi Il segretario del partito popolare Rocco Buttiglione
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