Mafia, «contro il Papa le bombe a Roma»
Il Pontefice nel suo viaggio in Sicilia aveva paragonato Cosa nostra al diavolo Il Pontefice nel suo viaggio in Sicilia aveva paragonato Cosa nostra al diavolo Mafia, «contro il Papa le bombe a Roma» Il giudice Vigna: risposta dei boss alVanatema di Wojtyla FIRENZE. Il Papa nel mirino della mafia: le bombe che esplosero il 27 luglio '93 davanti alle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro rappresenterebbero la risposta di Cosa nostra alla durissima condanna di Giovanni Paolo II nei confronti dell'organizzazione criminale durante il suo viaggio in Sicilia. Questa la tesi sostenuta durante un dibattito sull'impegno della Chiesa contro la mafia dal procuratore capo della Repubblica di Firenze, Vigna, che coordina le indagini sulle bombe di Roma, Milano e Firenze. «Dio - aveva gridato Wojtyla nella Valle dei templi stringendo il crocifisso ha detto "non uccidere"; nessuna agglomerazione umana, mafia, può calpestare questo diritto santissimo di Dio. Questo popolo siciliano, che ama la vita e dà la vita, non può vivere oppresso sotto la pressione di una civiltà contraria, la civiltà della morte». F. Matteini A PAG. 11 Il Papa durante la sua visita in Sicilia
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Matteini, Vigna, Wojtyla
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