«Avviso» a Berlusconi con Formica e Koelliker di Fra. Gri.

Una storia di Iva sui fuoristrada nel '90 Una storia di Iva sui fuoristrada nel '90 «Avviso» a Berlusconi con Formica e Koelliker Dopo una denuncia di Marina Salomon Il Cavaliere: vicenda vecchia, infondata ROMA. E' una lontana storia di fisco e di lobby che risale al dicembre '90, quando a Palazzo Chigi c'era Giulio Andreotti e alle Finanze impazzava Rino Formica. Ma ieri sera - mittente il tribunale dei ministri di Roma - è arrivato un avviso di garanzia a Silvio Berlusconi, a Rino Formica e all'imprenditore Luigi Koelliker per concorso in corruzione. E tutto diventa molto più attuale. La storia parte con la denuncia di Marina Salamon, imprenditrice e esponente di Alleanza democratica, al giudice Di Pietro. Raccontò la Salamon che durante una crociera, sullo yacht del suo fidanzato Luciano Benetton, incontrò i coniugi Koelliker. Luigi Koelliker è un importatore di auto che ha fatto fortuna con i fuoristrada giapponesi. I quattro, vecchi amici, trascorrevano le feste di Natale al sole dei Caraibi. E qui, chiacchierando del più e del meno, Koelliker le raccontò di come aveva sventato una stangata fiscale sui «suoi» fuoristrada. Lo staff di Formica, che lavorava alla legge finanziaria, aveva annunciato il raddoppio dell'Iva dal 19 al 38 percento - sulle jeep. Koelliker, non sapendo a che santo votarsi, si rivolse al suo amico Silvio Berlusconi, notoriamente amico dei socialisti. Evidentemente il canale era quello giusto. Qualche giorno dopo Berlusconi poteva annunciare a Koelliker lo scampato pericolo. Ed effettivamente quell'annuncio non fu se- guito da fatti. Fin qui il racconto della Salamon. Che Koelliker, convocato da Di Pietro, ha sostanzialmente confermato. Ma c'è un particolare di fondamentale importanza che fa la differenza tra un episodio di corruzione e il folklore della Prima Repubblica. Salamon riferisce anche che Koelliker le parlò di soldi: cento milioni di mazzetta. Lui, però, interrogato al riguardo, smentisce. L'inchiesta, comunque, avviata nell'ottobre scorso da Di Pietro in persona, nel frattempo è approdata a Roma. Qui la procura ha interessato il tribunale dei ministri. E ieri s'è saputo che sono stati emessi tre avvisi di garanzia. Seguirà indagine. Silvio Berlusconi nega tutto: «Sono al corrente da tempo di questo avviso. Si tratta di una vicenda a cui sono del tutto estraneo, che non riguarda neppure il mio gruppo imprenditoriale e che non ha alcun fondamento nella realtà». E nega tutto anche Formica: «Querelerò Marina Salamon. Questa signora è una calunniatrice e un'ignorante. Avrebbe parlato con quel signore dal cognome strano e questi gli avrebbe detto che grazie a un intervento di Berlusconi sarebbe riuscito a evitare un inasprimento dell'Iva. Non capisco che cosa c'entri l'Iva che all'epoca, su quei prodotti, era già all'aliquota massima del 38 per cento. Siamo alla follia». [fra. gri.]

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