Parte l'ultima caccia alla volpe di Fabio Galvano

Lo sport preferito dall'aristocrazia «abolito» dai Comuni, il voto decisivo ai Lord Lo sport preferito dall'aristocrazia «abolito» dai Comuni, il voto decisivo ai Lord Parte l'ultima caccia alla volpe CLONDRA ACCIA alla volpe, addio. Se dovesse far testo il voto di ieri ai Comuni - 253 sì, nessuno contrario -, già oggi scomparirebbero dalle campagne inglesi le giacchette rosse e il richiamo del corno, le mute di cani e i cavalli lucenti, minacciati da una multa di cinquemila sterline {oltre 13 milioni di lire, al cambio galoppante di oggi) per ogni animale ucciso. I tempi saranno invece più lunghi, anche se con quel voto l'Inghilterra ha imboccato una via senza ritorno. Non mancheranno battaglie di retroguardia per salvare una tradizione forse anacronistica, ma radicata nell'anima inglese. Si discuterà, si polemizzerà; ma il «no» agli sport cosiddetti «di sangue», che coinvolgono non solo le volpi ma anche i cervi e le lepri, è stato chiaro, la via è tracciata: l'Inghilterra non accetta più la violenza contro gli ammali anche se sono alti gli interessi in campo (si parla di 39 mila posti di lavoro in pericolo). Assente il governo, dal dibattito e dal voto sono mancate ai Comuni alcune delle voci che per tradizione conservatrice difendono lo strano diritto di infliggere dolore a morte, per passatempo, agli animali della foresta. Ma già si intravedono le manovre per sabotare il progetto di legge: tempi lunghi in commissione, ancor più alla Camera dei Lord. Hanno un bel parlare, McFall e i suoi sostenitori, di «una svolta storica», di «una pietra miliare». Sanno bene che dietro l'improvviso capovolgimento politico (tre anni fa i Comuni avevano detto di no a un analogo progetto) esiste tuttora una compatta resistenza in difesa di quella che essi definiscono «una illogica e ridicola anomalia», cioè una legge che da 84 anni penalizza la crudeltà contro gli animali domestici ma non quella contro gli animali selvatici. E le crudeltà contro cervi e volpi, contro i loro piccoli stanati e sbranati dai cani, sono ampiamente documentate. Mancava soltanto una spinta popolare. E quella è venuta, paradossalmente, dai vitelli. Attraverso la vicenda del commercio bovino con il continente l'Inghilterra si è improvvisamente accorta che nel 1995 esistono ancora forme di crudeltà contro gli animali. E anche se poi pecca di parzialità, mantenendo per OGGI di Guido Ceronetti Sul tuo ventaglio scriverò: Ti amo per dimenticarti, Ti dimentico per amarti. Antonio Machado Canciones a Guiomar (1917-1930) esempio le inumane leggi di quarantena per cani e gatti provenienti dall'estero, comincia a domandarsi se non si possa fare qualcosa per gli animali, domestici o selvatici. E' un'onda, scatenata dalla «battaglia dei vitelli», che cresce; e il sostegno per il no alla caccia alla volpe - la Lega contro gli sport crudeli conta 40 mila soci, e anche la Società protettrice si è allineata - ha trovato un consenso popolare che prima, forse, mancava. Il dibattito, da anni, è intenso. E se una certa carica populista è facile da avvertire nei confronti delle giacchette rosse che galoppano nella campagna (sovente stramaledette dagli agricoltori), la nuova legge si scontra anche con una tradizione fatta di barbour e stivali di gomma, pantaloni di velluto e amore delia natura. Accontentando gli uni, si scontentano inevitabilmente gli altri. Compresi, su opposti fronti, la volpe e i cani. Fabio Galvano

Persone citate: Antonio Machado, Guido Ceronetti

Luoghi citati: Guiomar, Inghilterra