Processo al «tesoriere» del pci

Vendita in nero di un immobile, alla sbarra anche Greganti e altre 4 persone POLITICA E AFFARI Vendita in nero di un immobile, alla sbarra anche Greganti e altre 4 persone Processo al «tesoriere» del pei Pollini rinviato a giudizio per finanziamento illecito m ROMA * ' EX responsabile amministrativo del pei, Renato Pollini, sarà processato il 3 maggio prossimo dinanzi ai giudici della IV Sezione penale di Roma. La vicenda riguarda i presunti illeciti nella vendita di un immobile del partito, quello di via Serchio, dopo varie trattative, ad un imprenditore. Parte del denaro sarebbe slato utilizzato per finanziare in nero il partito di Botteghe Oscure. Oltre a Pollini, sul banco dogli imputati, compariranno Primo Greganti (il signor «G» dell'inchiesta Mani Pulite), gli imprenditori Bruno Binasco e Paolo Bertagni, l'ex responsabile dell'ufficio Patrimonio del partito della Quercia, Marco Fredda e il responsabile della società Unione Immobiliare S.p.A. Sergio Chiatti. Ad ordinare il rinvio a giudizio è stato il gip Antonio Trivellini che ha così accolto le richieste dei pm Gianfran- co Mantelli e Maria Teresa Saragnano. 1 reati, a seconda delle singole posizioni, vanno dal falso in bilancio alla violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. L'immobile di via Serchio (gestito dall'Unione Immobiliare, società controllata dal pds) fu ceduto nel 1991 all'imprenditore Paolo Bertagni ad un prezzo di circa 8 miliardi di lire. A sua volta Bertagni poi vendette il palazzo ad un imprenditore di Genova (risultato del tutto estraneo alla vicenda giudiziaria). Secondo l'accusa dei circa 8 miliardi incassati per la vendita a Bertagni di Via Serchio, solo 4 sarebbero stati dichiarati, due e mezzo invece sarebbero finiti in nero al pds, mentre circa un miliardo sarebbe stato fatto apparire come spese di ristrutturazione dell'immobile, lavori che invece non sa¬ rebbero in realtà mai stati effettuati. Da qui la violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. In precedenza, nel 1989, quando tesoriere dell'allora partito comunista era Renato Pollini, la palazzina di via Serchio era stata oggetto di trattative con l'impreditore Bruno Binasco che versò anche un miliardo di acconto (successivamente restituito). L'accusa di falso in bilancio viene invece contestata sia in relazione al preliminare di vendita con Binasco sia per la cessione dell'immobile a Bertagni. Indirettamente collegata all'inchiesta su via Serchio vi è anche un'altra indagine (ancora in corso): si tratta dell'inchiesta nata dalle dichiarazioni dell'ex presidente della cooperativa edile Unieco di Reggio Emilia, Nino Tagliavini, che nel novembre scorso sostenne di aver consegnato al pds 370 milioni di lire, somma che secondo l'accusa - sarebbe stata utilizzata per restituire all'imprenditore Binasco parte del miliardo che aveva versato come anticipo per il contratto preliminare che era stato firmato per via Serchio. [r. i.] Due miliardi e mezzo sarebbero finiti al pds VPPA GSoPo A sin. Primo Greganti Sotto: Renato Pollini

Luoghi citati: Reggio Emilia, Roma