Dietro le star una corte dei miracoli di Gian Paolo Ormezzano

Da Rivera a Pelè: ecco chi ruota attorno ai campioni dello sport e li sfrutta Da Rivera a Pelè: ecco chi ruota attorno ai campioni dello sport e li sfrutta Dietro le star una corte dei miracoli LA corte dei miracoli intorno ai grandi campioni dello sport ha cessato ultimamente di essere pessima e abbondante, per la semplice ragione che sono arrivati i tecnici dell'immagine: personaggi che lavorano scientificamente e che spadroneggiano contrattualmente sul bipede a loro sottoposto e da loro fatto miliardario. Decidono tutto, possono anche sostituirsi in ogni incombenza alle mogli, se questo giova alla firma di un nuovo contratto. Sono così decisi, cinici e asettici che fanno venire la nostalgia dei vecchi trafficoni, degli esperti fasulli, dei tifosi fanatici e apicciccosi e pericolosi. Pelè vide tutti i guadagni dei suoi primi dieci anni mangiati da un ex muratore portoghese, suo tifosone, chiamato il Gordo, il grassone. Una corte dei miracoli, ma ortodossi, cioè opere buone, anche intorno a'Rivera: padre Eligio per i drogati, quelli dei Telefono amico per i disperati. Ma per tanti anni un personaggio ha tenuto lontani tutti gli altri, circondando il calciatore di orbite strette: il suocero, quasi sempre decisivo per investimenti, anche scelte di vita. Forse dovremo ricordare Maradona come l'ultimo dei grandi re con corte dei miracoli, anche perché Tomba rifiuta energicamente l'amico rapinatore appiop- patogli di fresco. Maradona arrivò in Italia con una piccola corte trasportata da Barcellona, c'era il procuratore dal nome che sembrava arrivare dal tabellone di un ottico, Czyterpiller, con tanto di residui di poliomielite a fare tenerezza e a suggerire l'iniquità del destino, che dei due ragazzi compagni di strada aveva beneficato uno soltanto. C'erano anche traduttori di spagnolo in italiano e di italiano in spagnolo, presto disoccupati, specie a Napoli dove si parla molto con le mani. Al procuratore amico d'infanzia subentrarono due argentini più qualificati per il marketing el marchette, uno gatto e l'altro volpe, l'ultimo Coppola - adessoal centro di grosse accuse di traffico e spaccio di cocaina. E poi l'inevitabile contatto (o contratto) con la camorra, i suoi boss, il giro delle donne e della droga. Maradona ebbe intorno una corte vasta, composita, cangiante a seconda addirittura delle ore della giornata: dalla fan segretariuzza efficiente e mattiniera al femminiello after dark. Da opporre a Maradona, per forte e palesata allergia ad ogni corte dei miracoli, Platini, che a Torino si fece amica una famiglia di grandi cucinieri e un maestro di tennis, persone funzionali alla sua dolce onesta vita. Platini aveva un manager che era quasi un amico, e che comunque rappresentava un progesso di fronte agli amici-manager. Poi arrivarono, appunto, gli esperti di immagine, di mercato, di contratti. Il ciclismo c stato lungamente corte dei miracoii a priori, perchè sì, perchè Coppi aveva il massggiatore cieco, Bartali il frate quasi fratello, altri l'imprenditorino appassionato e psicologo: ma si trattava di personaggi canonici, di stereotipi appiccicati da sempre al campione, nella funzione di pescipilota più che di parassiti. Quando a Motta si unì un medico strano, italiano arrivato dall'Urss, Di Do¬ nato, il corridore parve plagiato da ordini di iperallenamento, pappette predigerite, macchine per impedirgli il sonno profondo: e dicono che abbia quasi rischiato la vita. Proprio il ciclismo generò una corte dei miracoli al contrario: anziché l'industrialotto accanto al ciclista, i ciclisti attorno all'industrialone. Che era Giovanni Borghi inventore del frigorifero per tutti gli italiani, e convocava al suo tavolo, spesso da gioco, i Maspes e i Poblet, per poi estendere la chiamata estesa ai Pietrangeli e ai Loi, ai Mazzinghi e ai cestisti Ignis. Troppo affollata la corte dei miracoli intorno ai grandi pugili, per estrapolare personaggi speciali. Lì davvero si sono visti nani e ballerine in abbondanza. Ricordiamo soltanto che Cassius Clay aveva bisogno di vedersi sempre vicino Angelo Dundee (di cognome vero, calabrese, faceva Mirinda). Un altro sport molto americano o comunque molto americaneggiante, il tennis, si è invece sempre affidato per la corte dei campioni agli allenatori, più o meno guru, con qualche licenza per psicologhi e maghetti di passaggio. Comunque non sono mancati i trafficoni mangiasoldi, vero Panatta?, Vero Borg? Gian Paolo Ormezzano Anche un traduttore seguiva JVtadona Adesso i consiglieri sono stati sostituiti dai «tecnici dell'immagine»

Luoghi citati: Barcellona, Italia, Napoli, Torino, Urss