CONSIGLI A PRODI DA UN «NEMICO» di Giuliano Ferrara
CONSIGLI A PRODI DA UN «NEMICO» LETTERA DI FERRARA CONSIGLI A PRODI DA UN «NEMICO» CARO Direttore, il professor Prodi si è candidato, esercitando così una delle funzioni principali in una seria democrazia maggioritaria, per la carica di presidente del Consiglio (in un governo che esprima una maggioranza di centro-sinistra). Dal giorno dell'annuncio della sua candidatura è stato tutto un inseguirsi di commenti variopinti: il professore che va in bicicletta contro il Cavaliere che sale in elicottero, la disfida dei due pullman impegnati nel giro d'Italia, la bonarietà dell'accento emiliano e di una faccia pastosa contro la secchezza seduttiva di un sorriso e di una faccia lombarda, Bologna contro Milano e via folcloreggiando. Forse sarebbe opportuno piantarla con il «colore» e analizzare le conseguenze politiche della candidatura del professor Prodi. Vorrei cominciare con una constatazione, che non ha niente di moralistico o di censorio. Nel nostro Paese è raro trovare figure pubbliche le quali facciano, buona o cattiva, la parte che loro spetta. Il Bossi vincitore del 27 marzo nasce nel Polo ed è fuori dal Polo delle libertà. Irene Pivetti è eletta con i voti determinanti di Berlusconi e Fini, tra critiche devastanti dell'opposizione di sinistra, ma è diventata la bandiera del ribaltone parlamentare. Di Carlo Scognamiglio, eletto presidente del Senato con un sol voto di maggioranza, in nome del contestato principio maggioritario, si dice che veleggi verso lo schieramento avverso a quello che lo ha promosso alla seconda carica dello Stato. 1 capi dell'opposizione democratica di centro e di sinistra (con l'eccezione di Fausto Bartinotti) fanno il contrario di quanto ci si attende dall'opposizione dopo il fallimento di un governo: invece di chiedere le elezioni su- Giuliano Ferrara CONTINUA A PAG. 6 SETTIMA COLONNA
Persone citate: Berlusconi, Carlo Scognamiglio, Irene Pivetti, Prodi
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