Grazie Luna ti dobbiamo la vita

Grazie, Luna,, ti dobbiamo la vita Grazie, Luna,, ti dobbiamo la vita Aiutò le reazioni chimiche nel brodo primordiale avrebbe protetto tali fragili aminoacidi dalla micidiale radiazione ultravioletta. Quindi ben venga l'ossigeno? No, perché l'ossigeno ossida, basti pensare a quanto rapidamente il burro diventa rancido, o a quello che succede all'argenteria lasciata all'aria, o se siete più poetici, al colore del Gran Canyon, un'ossidata gigantesca. Quindi, la minor quantità di ossigeno possibile. Questo lo sapevamo già dal 1953 quando Miller dimostrò che in presenza di ossigeno le famose reazioni non avvenivano. Fra i due mali, ossigeno o radiazione ultravioletta, è meglio scegliere la seconda poiché c'è una scappatoia; nascondersi sott'acqua. Lì si pensa che si siano astutamente rifugiati i primi aminoacidi e sia iniziata la vita (non a caso le lacrime sono salate e il contenuto salino del nostro sangue è su per giù uguale a quello dell'acqua di mare). Risolto un dilemma, ne appare un altro: come fanno due aminoacidi a perdere una molecola d'acqua stando in acqua? Bisogna escogitare un altro trucco: vivere in acqua sì, ma venirne fuori ogni tanto per asciugarsi, perdere una molecola d'acqua, formare una proteina e poi rifugiarsi di nuovo sott'acqua, il tutto in barba alla radiazione ultravioletta. Qui ci vuole un aiuto esterno che faccia trovare sotto i piedi una spiaggia asciutta per un po' di tempo. Le basse maree, grazie tante. Chi le causa? La Luna, che quindi acquista un ruolo fondamentale in tutto questo minuetto di incontri, legami e fughe al chiar di Luna degne dei miglior romanzi di appendice. La Terra poverina da parte sua cercò di aiutare: infatti, il giorno di allora non era di 24 ore ma di 8-9 ore, quindi maree molto più frequenti, il che va benissimo perché serve ad aumentare l'efficienza del processo. Può essere interessante notare che la lunghezza del giorno continua ad aumentare anche oggi: 2 millisecondi al secolo. Poiché il sistema Terra-Luna è un sistema isolato, la perdita di rotazione (di momento angolare per essere precisi) della Terra deve essere compensata dalla Luna il cui periodo di rivoluzione aumenta e, per le leggi di Keplero, la sua distanza da noi cresce di circa 2 centimetri all'anno. Non più Luna, se ne sta andando, ma non senza aver fatto il suo dovere. Ne soffriranno gli amanti, i poeti, ed altre creature dai sentimenti gentili. Ritorniamo alla Luna. Chi è costei, da dove viene? Francamente sappiamo più sulla vita privata dei quark e dei neutrini che sull'origine della Luna. Due fatti incontrovertibili: non è fatta di antimateria come dimostrò l'atterraggio dell'Apollo 11 sul Mare Tranquillitatis nello storico luglio del 1969 e non è stata generata da un rigurgito della Terra poiché le pietre lunari sono coeve alla Terra (una volta si pensava che fosse stata partorita dall'Oceano Pacifico). Ma quale altro pianeta ha un satellite naturale così grande, così vicino (nel passato era ancora più vicino), tale da influenzare l'evoluzione della vita in un modo così fondamentale? La Luna non è un satellite comune e quindi prima di concludere che la vita è un fenomeno trivialmente ripetibile e ripetuto in tutto l'universo, bisogna poter rispondere a un'altra domanda. Da dove viene la Luna? E' vero che nell'Universo ci sono circa IO23 stelle (più o meno il numero di Avogadro, tanto per non essere campanilisti!), è anche vero che pur scartando quelle stelle che ruotano troppo in fretta, quelle che sono troppo calde, quelle che sono troppo fredde, e così via, rimane pur sempre un numero astronomico di possibili sistemi planetari, ma la domanda cruciale continua ad essere: quanti di questi hanno una Luna? Il genetliaco più attendibile ci dice che nacque da un incontro di un oggetto tipo Marte vagante con la Terra, una collisione che, dato il grande volume e la scarsità dei suoi abitanti, non si può classificare come «frequente». Qual è la probabilità di tale fenomeno? Nessuno può rispondere in modo attendibile. Ci manca quindi un dato importante, forse cruciale. Ma ne conosciamo l'effetto: diminuisce la probabilità e quindi la frequenza del fenomeno vita nell'universo. Vittorio M. Canuto Nasa, Goddard Institute for Space Studies New York, N. Y.

Persone citate: Avogadro, Canuto, Goddard Institute, Keplero, La Terra, Luna, Miller, Space

Luoghi citati: N. Y., New York