La sfida auto-aereo

BATTAGLIA DI CIFRE BATTAGLIA DI CIFRE La sfida auto-aereo Per quanto iljet vince in sicurezza? Le quattro ruote danno più garanzie fino a 900 km: ma c'è chi contesta questo dato ARRIVATI all'aeroporto, in attesa dell'imbarco, eravamo finora certi di aver superato la parte più a rischio del viaggio: appunto il tragitto da casa all'aereo. Uno studio durato anni, fatto da Evans, Frick e Schwing, tre americani esperti di sicurezza dei trasporti, attingendo migliaia di dati dalle organizzazioni statali, dalle Compagnie aeree - dall'Icao all'Us Dept of Health, dal Fatai Accident Rep. System al Traffic Safety Administration - e dalla General Motors giunge a una conclusione molto diversa. Purtroppo lo studio riguarda solo gli Stati Uniti, dove i trasporti in aereo e in auto, che assorbono il 98 per cento di tutti i viaggiatori, sono i più sicuri del mondo. Finora si è accettato come indice di rischio il dato dei viaggiatori deceduti ogni miliardo di miglia percorse, che sono 0,6 per gli aerei e 24 per le auto ma i tre ricercatori dimostrano che questa «media» conduce a conclusioni errate per vari motivi. I passeggeri che stanno volando insieme in un aereo sono tutti uguali di fronte al rischio di morte mentre sono molto diversi tra loro (maschi o femmine, giovani o ne, alcolizzati o sobri, IL carnevale offre a molti l'occasione di tornare al lunapark. Tra le attrazioni non mancano mai quelle giostre nelle quali si prova l'ebbrezza della sfida alle leggi della natura. Sono divertimenti studiati in base ad alcune semplici regole di fisica che possono anche rilevarsi un originale strumento didattico. Un tipico esempio è costituito dal rotore, che viene a volte chiamato Enterprise. E' un grande cilindro cavo che ruota attorno al proprio asse. Le persone entrano e si dispongono in piedi ferme contro la parete. Il rotore comincia a girare aumentando la velocità. A un certo punto, il pavimento sotto la stanza si apre, senza però che nessuno caschi giù. Questo perché, per ogni passeggero, il peso è bilanciato dalla forza di attrito tra il proprio corpo e il rotore, la quale è a sua volta proporzionale alla forza centripeta (il termine di proporzionalità è noto come coefficiente di attrito statico, e lo indicheremo con la lettera a). La minima velocità df rotazione necessaria a impedire la caduta della persona dipende da a ed è tanto maggiore quanto maggiore è il raggio della stanza. abituati ad allacciare le cinture) i guidatori delle auto. Evans, Frick e Schwing hanno disaggregato una enorme massa di dati per categorie. Intanto hanno notato che i dati degli incidenti stradali comprendevano tutti i morti: i guidatori, i terzi trasportati, i pedoni investiti e i motociclisti, categoria'molto più a rischio. Per riportare la statistica alla singola persona che sceglie il viaggio in auto (guidandola) o in aereo, hanno depurato il dato di 24,1 morti per miliardo di miglia percorse di quelli su elencati e dei guidatori di autocarri e autobus, giungendo alla cifra di 12,56 guidatori di auto deceduti ogni miliardo di miglia. Esaminando i dati suddivisi nelle 5 categorie si scopre che un maschio quarantenne che non beve alcolici, allaccia sempre le cinture e guida un'auto pesante 350 kg più della media ha 1000 (mille!) volte meno probabilità di morte rispetto a un giovane di 20 anni che beve alcolici, non allaccia la cintura e guida un'auto di 350 chilogrammi più leggera della media. Naturalmente i dati dello studio sono molto più dettagliati, il moltiplicatore 1000 vale solo tra i due estremi; ad esempio se alla guida dell'auto leggera c'è una giovane ventenne il rischio scende a un terzo. L'effetto alcol è molto importante (aumenta di 9 volte la probabilità di un incidente mortale) mentre è meno influente l'avere la cintura non allacciata (3 volte). Molto importante è il peso dell'auto: eravamo molto più sicuri quando tutti avevano la «600»; e molto influisce l'età, con un massimo pericolo per i maschi tra i 18 e 20 anni. Combinando tutti questi dati, si può riassumere il risultato in un diagramma che confronta la probabilità di morte tra un viaggio in auto e lo stesso in aereo per un guidatore di 40 anni che non beve, guida con la cintura allacciata un'auto più pesante di 350 chilogrammi della media. Fino a 600 miglia (circa 900 chilometri) risulta più sicura l'auto, poi, per viaggi più lunghi, l'aereo. Ma ciò vale solo per il guidatore «migliore», per il peggiore (20 anni, bevitore, auto leggera, senza cintura) occorrerebbe un diagramma 300 volte più alto per tracciare la sua linea orizzontale. I tre ricercatori concludono: 1) per un guidatore intorno a 40 anni, maschio o femmina, che guidi con la cintura la sua auto più pesante della media senza aver bevuto alcol, il rischio di morte in un viaggio fino a 480 km è la metà di quello che incontrerebbe scegliendo l'aereo; 2) per un guidatore di 20 anni, con auto più leggera, senza cintura e che beve moderatamente, il rischio è 1000 volte maggiore e quindi sempre molto superiore a quello che incontrerebbe viaggiando in aereo. Un anno dopo la pubblicazione, il rapporto è stato contestato da Bennett, professore al Mit di Boston, il quale sostiene che è sempre più sicuro l'aereo perché non si è considerato che vi sono aerei più sicuri (i jet rispetto a quelli ad elica) e che verso la fine di un viaggio lungo, stanchezza e disattenzione aumentano il rischio per il guidatore. Bennett ritiene che, come i tre ricercatori hanno disaggregato i dati per differenti categorie di guidatori, lo stesso debba esser fatto per gli aerei e le Compagnie e, utilizzando una gran massa di dati giunge alla conclusione che l'auto, pur guidata dal «miglior» guidatore, è più sicura solo per viaggi fino a 130 miglia, ma per queste distanze è praticamente impossibile usare un jet di linea. E per ogni ora risparmiata viaggiando in jet anziché in auto statisticamente si guadagnano 67 secondi di vita. Ora Evans, Frick e Schwing hanno ribattuto scendendo ancor più nel dettaglio dei dati per dimostrare che l'auto è più sicura fino a 600 miglia. Ad esempio hanno calcolato l'incidenza dei

Persone citate: Frick

Luoghi citati: Boston, Stati Uniti