ANCHE FERMI AIUTO' STALIN

ANCHE FERMI AIUTO' STALIN ANCHE FERMI AIUTO' STALIN Atomica e servizi segreti russi fatto grande la Russia hanno sempre riunito le caratteristiche del grande statista e del grande criminale») e poi dice: «Di questo sistema sono stato nello stesso tempo il complice e la vittima». E' un relitto dello stalinismo approdato alla perestrojka. Il suo racconto apre nuovi squarci sui «lavori sporchi della Rivoluzione», la caccia ai trotzkisti, eroismi e sabotaggi durante il conflitto con la Germania, intrighi ai tempi della guerra fredda. Un documento importante, una lettura che ci porta nei retroscena della storia. Affiorano dettagli rivelatori sugli «incarichi speciali» come l'incontro con Ramon Mercader (Sudoplatov diresse quell'operazione), l'agente che assassinò Trotzkij nel 1940 in Messico con una corta piccozza nascosta sotto l'impermeabile. «Pensi, pur essendo stato addestrato alla guerriglia, l'urlo di Trotzkij mi paralizzò» confessa Ramon. E perché non uccise subito il leader rivoluzionario? All'ultimo momento Trotzkij, che stava leggendo un articolo, aveva mosso la testa «riducendo l'efficacia del colpo». Romanzesca la vicenda del doppiogiochista Aleksandr Demjanov (alias «Heine» e «Max») durante l'ultima guerra. I tedeschi lo credevano una fonte preziosa di informazioni strategiche (dava notizie vere, ma parziali, che spesso erano diversivi) e lo decorarono con la Croce di Ferro. In realtà lui lavorava per il Nkvd, il servizio di sicurezza sovietico, e si guadagnò l'Ordine della Stella Rossa. «Le informazioni fomite da Max erano impressionanti per la qualità, ma furono prese troppo alla lettera». Sui tenebrosi misteri della Lubijanka si aprono altri spiragli. Ecco uno sguardo all'attivissimo laboratorio di tossicologia («Lab X») diretto dal professor Grigorij Maironovskij : l'eminente biologo, oltre a coordinare le ricerche scientifiche, «eseguì personalmente sentenze di condanna a morte per ordine di ministri e commissari della Sicurezza: Berija, Ezov, Merkulov». In queste celle si compie anche il destino di Raoul Wallenberg, il coraggioso diplomatico svedese che salvò molti ebrei ungheresi dalla Gestapo. I sovietici lo sequestrarono e lo portarono a Mosca su un'auto di lusso, poi lo rinchiusero in un braccio speciale. Volevano reclutarlo come agente e intermediario con l'Occidente, ma lui non cedette, e scomparve nel nulla. L'opinione di Sudoplatov? Ci ha pensato Maironovskij nel 1947 con i suoi veleni, per un ordine venuto dall'alto. Peccato che il dossier di tutti gli

Luoghi citati: Germania, Messico, Mosca, Russia