Frenata per France-Deutsche Telekom Saltano le nozze europee

Telecomunicazioni, no di Van Miert: «Niente concentrazioni» Telecomunicazioni, no di Van Miert: «Niente concentrazioni» Saltano le nozze europee Frenata per France-Deutsche Telekom BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I riflettori si sono appena spenti alla conferenza dei Sette grandi (G-7) sulla «società dell'informazione», ed ecco che Karel Van Miert, il Commissario europeo responsabile per la concorrenza, coglie subito l'occasione per ricordare che il mercato delle telecomunicazioni, per essere davvero libero, deve garantire la concorrenza, che deve eliminare le concentrazioni, e che il garante di questo equilibrio, in Europa, è la Commissione. Oggetto dell'attenzione di Van Miert, questa volta, è il «matrimonio» tra France Telecom e Deutsche Telekom nel campo della trasmissione dati: proprio il terreno di coltura dell'ormai prossima «società dell'informazione». Il mercato europeo del settore è pari a tre miliardi di Ecu (circa 6600 miliardi di lire secondo l'attuale, folle, tasso di cambio). La quota francese di questo mercato, praticamente dominata dalla France Telecom, è di 760 milioni di Ecu (1600 miliardi di lire) pari al 25 per cento, mentre quella tedesca è pari a 540 milioni di Ecu (670 mila miliardi), per una quota del 18%. Ebbene, domenica, al margine della Conferenza del G-7, Van Miert ha tenuto una discreta riunione con i ministri tedeschi dell'Economia, Gunter Rexrodt, e delle Telecomunicazioni, Wolfgang Boetsch, e con il ministro francese Telecom, José Rossi. Il discorso del Commissario, riportato ieri da un portavoce, è stato semplice: «A questo stadio dell'analisi, vi sono dei dubbi sulla fattibilità e l'accettabilità dell'operazione». Il 16 novembre scorso le due compagnie avevano comunicato alla Commissione la creazione dell'impresa mista Atlas, per la trasmissione dei dati, ma la British Telecom aveva poco dopo interposto reclamo sulla base degli articoli 85 ed 86 del Trattato dell'Unione (accordi tra imprese a fini anti-concorrenziali e sfruttamento di posizione dominante). Le due aziende, che di fatto operano ancora in condizioni di monopolio nazionale per quanto riguarda la telefonia vocale, raccoglierebbero quasi il 50 per cento del mercato europeo della trasmissione dati: uno dei più promettenti. «Liberalizzazione vuol dire anche poter utilizzare infra¬ strutture alternative», avrebbe detto Van Miert; «sono preoccupato per l'atteggiamento di certe società che vorrebbero richiudere il mercato proprio adesso che comincia a liberalizzarsi». Al contrario, secondo il Commissario europeo, «bisogna stabilire condizioni di reale concorrenza tra i servizi e le reti che saranno privatizzati». Per essere sicuro di farsi capire bene, Van Miert ha voluto essere ancora più chiaro: «Se si tratta di passare dal monopolio pubblico al monopolio privato, non vedo l'utilità dell'esercizio». E allora? E allora il matrimonio tra Deutsche e France Telecom non s'ha da fare, tanto più che le due società, assieme, hanno acquistato il 20 per cento della americana Sprint, quarto operatore del mercato Telecom Usa, e secondo per la trasmissione dei dati. Entro il sei marzo, dunque, le società francese e tedesca dovranno fornire alla Commissione un supplemento di documentazione, ed all'inizio di maggio Van Miert deciderà se aprire o no una formale procedura d'infrazione al Trattato dell'Unione. Fabio Squillante

Luoghi citati: Bruxelles, Europa