Elezioni a giugno il Polo raccoglie fans

Mentre Buttiglione annuncia: alle regionali alleati con la sinistra, alle politiche con la destra Mentre Buttiglione annuncia: alle regionali alleati con la sinistra, alle politiche con la destra Elezioni a giugno, il Polo raccoglie fans In cambio, via libera alla manovra ROMA. Non è proprio possibile far cadere il governo Dini con una mozione di sfiducia. Il Polo, da solo, non ha i voti sufficienti e Rifondazione comunista non è disposta a dare i suoi per aiutare Berlusconi. Ieri lo ha certificato con chiarezza il capogruppo dei deputati comunisti, Famiano Crucianelli («sostegno impraticabile»), dando il colpo di grazia ad una ipotesi che appariva già assai avventurosa. E, allora, avanti di nuovo nel Polo ai l'autori della trattativa, via libera per Talarella il mediatore. Mozione di sfiducia? «Ci sono altri strumenti», risponde il capo dei deputati di An mentre si sta recando, assieme a Gianni Letta, dal presidente del Consiglio, Dini, per parlare proprio della nuova via. Quella indicata da Mario Segni. Il «no» ufficiale di Rifondazione alla mozione di sfiducia si accompagna, infatti, con l'offerta di Mario Segni di un «dibattito parlamentare in grado di riportare serenità nel Paese» ed elezioni prima dell'estate «se il programma di Dini venisse attuato». «Facciamolo, veniamo allo scoperto» risponde assai interessato Tatarella. Ne parleranno domani i capigruppo del Polo con Scalfaro, quando saranno ricevuti al Quirinale. E già sanno che Rifondazione comuni- sta questa via potrebbe accettarla. «Per svuotare l'offensiva di Berlusconi - dice, infatti, Bertinotti bisogna concordare tra tutte le forze politiche e l'autorità dello Stato, dopo le elezioni regionali del 23 aprile, di andare a giugno alle elezioni politiche in modo da smettere di litigare sulla data delle elezioni». Si tratterebbe di garantire a Dini l'approvazione rapidissima della manovra finanziaria (Scognamiglio promette il voto al Senato per giovedì), l'approvazione anche della riforma della previdenza e le garanzie per mettere alla pari i concorrenti in campagna elettorale. Il tutto con l'occhio sempre più allarmato sull'andamento della lira. Ieri, anche il presidente del Senato (che con la Pivetti dovrà dare a Scalfaro il suo parere sullo scioglimento delle Camere) sembrava essersi convinto della necessità di andare a votare al più presto. Se cade Dini, ha spiegato, o si forma un governo della vecchia maggioranza, magari modificando la struttura (l'accenno è a un improbabile Dini-bis) oppure si creerebbe una situazione che «nell'interesse di tutti andrebbe tranciata di netto nel più breve tempo possibile». Cioè, rapide elezioni. Si avvia ora un percorso delicato che punta a convincere il pds ad accettare la soluzione di elezioni a giugno. Tatarella si è incaricato di spiegare a Scalfaro, nell'incontro che si terrà probabilmente domani, che tra i favorevoli al voto a giugno «deve calcolare tutti quelli che sono usciti dalla Lega e che vogliono le elezioni, deve calcolare la posizione illuminata e saggia di Segni e la posizione di Rifondazione comunista». Il problema è come documentarla, questa maggioranza ipotizzata, con atti certi: i soli che Scalfaro può prendere in considerazione. Scartata la via impraticabile della sfiducia, si apre quella del dibattito parlamentare che dovrebbe, di (atto, sancire un accordo generale che deve essere stato già raggiunto fra tutti. Per ora siamo solo ai primi passi. Di certo c'è solamente che si andrà a votare il 23 aprile per il rinnovo dei consigli regionali. E qui c'è una importante novità di giornata da parte di Rocco Buttiglione. Che, finalmente guarito dall'influenza, ha annunciato in tv che alle prossime regionali i popolari non si alleeranno con Berlu¬ sconi e col Polo mentre il discorso rimane aperto per le elezioni politiche. «La mia gente mi dice che da loro, nelle periferie (gli uomini di An) sono ancora quelli del msi e nelle regioni non riescono a dialogarci» ha spiegato Buttiglione per giustificare la sua retromarcia con Berlusconi. Quindi, il ppi seguirà la via delle alleanze a sinistra, anche se il pds tenta di selezionare lui i candidati popolari da favorire, ma «ci saranno alleanze con il pds concordate strettamente con il centro». Per le elezioni politiche, invece, vede come interlocutori principali «Forza Italia e An, la cui maturazione consideriamo con attenzione». E così, Berlusconi sa che ad aprile dovrà vedersela da solo con l'alleato-cóncorrente Fini, il quale non esclude di poterlo superare. Il pds tace, al momento, sulla via proposta da Segni e si schiera in difesa di Scalfaro. Chi mente nello scontro tra Scalfaro e Berlusconi? è stato chiesto da Enzo Biagi a D'Alema. «So bene che il presidente della Repubblica non e uomo capace di mentire» ha risposto il segretario del pds. Alberto Rapisarda nnunciato in tv egionali i poponno con Berlu¬ tenta di selezionare lui i candidati popolari da presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Dini» attica o di taluni atalafede che mi e poco consoe dovrebbero sime autorità sarò un modenfondo la mianza di deterualcuno mena una condizioper l'Italia, si ettacolo non dal punto di arenza demo spaventa un e». uigi Battista gretaMDiavBOLOdel palle Malaralo anni (Rav'amiquane posivamdellaLascsegndentVitico l'areelett'92 egressscriz56.3«In L'ex ministro Domenico Fisichella A sinistra: l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Il segretario del partito popolare Rocco Buttiglione

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