Nick il «proletario» della City Latitante in Malaysia il responsabile del crack di Mario Ciriello
Nick, il «proletario» della City Nick, il «proletario» della City Latitante in Malaysia il responsabile del crack L'UOMO DEL DISASTRO ULONDRA N nuovo straordinario personaggio è entrato d'impeto nella storia inglese e il suo nome, Nick Leeson, non sarà presto dimenticato. Da solo, in poche ore, questo giovane di 28 anni ha demolito la più famosa banca britannica, ha impoverito migliaia di suoi clienti, ha inflitto perdite dolorose alla regina Elisabetta, ha sconvolto i mercati internazionali, ha atterrito la Borsa di Tokyo, ha incrudelito le pene di tutte quelle valute, tra le quali la lira, già tormentate da una lunga e violenta bufera. Nick Leeson è adesso sparito, nessuno sa quale sarà la sua sorte. Ma già si sa che i danni da lui cagionati sono in gran parte irreparabili. I fatti principali sono ormai noti. Nick Leeson, che, da Singapore, si occupava di derivati per la Barings Brothers di Londra, era un operatore abile e audace. In passato, aveva sempre colpito giusto e aveva accumulato per la Barings profitti cospicui: ma, questa volta, ha ecceduto, ha puntato, sembra, su un'ascesa del Nikkei, l'indice della Borsa nipponica, ha sbagliato, e invece di abbandonare la bisca dei derivati, ha tentato invano di recuperare le perdite. E' stato schiacciato e, con lui, è rimasta schiacciata la banca. Ora l'uccel di bosco ò al centro di un giallo. Dal '92, da quando arrivò a Singapore, Nick Leeson s'era arricchito. Lo scorso anno, aveva guadagnato 700 milioni di lire. S'era comprato una villa e uno yacht. Ed è su questo panfilo che sembra essere fuggito, puntando la prora verso il mare aperto. Una sorpresa ha accolto i cro¬ nisti precipitatisi a Watford, una cittadina a pochi chilometri a Nord di Londra dove Nick Leeson venne al mondo il 25 febbraio 1967. Hanno scoperto che i suoi familiari - il padre, un fratello e due sorelle - vivono tuttora nella vecchia abitazione, dove Leeson nacque e crebbe: un'abitazione che altro non è che una malandata, cadente casa popolare, nella parte più povera di Watford. Il padre, William, è un muratore, dalla salute malferma, che mai si è rimesso dalla morte della moglie, tre anni fa. A prima vista almeno, non c'è traccia qui della ricchezza di Nick, ma tutti, parenti e vicini, parlano del fuggiasco con caldo affetto. Il padre indignato, s'è avventato contro un cronista che chiamava il figlio un «criminale». Una sorella ha decto: «Sono certa che Nick è scomparso perché impaurito. E' buono e onesto». Sarà. La sorella aggiungeva: «Nick ha lavorato sempre duramente. Non è come quei ragazzi delle scuole private o delle famiglie benestanti che ricevono tutto senza fatiche». Vero. Nick Leeson apparteneva al «proletariato» della City, quei giovani senza i quali la City non avrebbe potuto arricchirsi come ha fatto negli ultimi anni. Questi ragazzi, spesso con accenti cockney, cui è affidato in non modesta misura il trading più speculativo, a colpi di miliardi. Occorrono nervi di ferro e cervelli come super computer: doti che anche le banche più prestigiose trovano sovente tra i barrowboys, i venditori ambulanti, avvezzi a fulminee compravendite, e non tra gli allievi delle public school. Nick Leeson aveva queste doti, aveva lavorato alla Morgan Stanley, un'altra merchant bank, prima di salpare per il Giappone nel '92. C'è tuttora chi sostiene che non sarà facile incriminare Leeson. «Potrà difendersi dicendo di essere stato vittima di speculazioni fallite» insistono taluni. Ma è una tesi che convince sempre meno. Perché non avvertì la Barings a Londra, quando notò che il Nikkei scendeva invece di salire? Eddie George, il governatore della Bank of England, ha detto iersera che Leeson «sembra aver cospirato con altri membri del personale, a Singapore, per celare l'entità delle perdite». Forse sperava ancora di vincere la partita ed intascare parte dei profitti. Mario Ciriello A destra un impiegato esce dalla banca, sotto Nick Leeson
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