Fiorello ride c'è il trucco m'avevano detto 5° e così fu di Gabriele Ferraris

Fiorello ride: c'è il trucco m'avevano detto 5°, e così fu Fiorello ride: c'è il trucco m'avevano detto 5°, e così fu UNA NOTTE DA SCONFITTO QSANREMO UESTA è una dichiarazione ufficiale: il Festival è truccato». Oddio, ci siamo: Fiorello l'ha presa male. Il Lungocrinito ha la faccia scura, sotto la coppola: «Scrivilo pure, è tutto combinato: mi avevano promesso il quinto posto e voilà, sono arrivato quinto». La faccia scura s'illumina nella celebre risatona fiorelliana. Dove sono i drammi del «dopo la caduta»? Se la spassa, la tribù dei fiorelli nella saletta riservata del ristorante «La Pignese». 0, almeno, fa buon viso a cattivo gioco. Mamma Fiorello e mamma Falchi chiacchierano fitto fitto, da brave future consuocere; i loro bimbi Rosario & Anna sono così carini, così teneri, che è un piacere vederli. «Non te la prendere, Rosario», sussurra Anna che sul palco aveva una faccia da funerale. E Rosario, spigliato, fa un gesto, tipo «ma quando mai?». E' pur vero che nella notte misteriosa le malelingue già battono il tamburo annunciando furiosi litigi fra i due. E l'assenza della Bionda Imbronciata, ieri mattina alla conferenza stampa di fine Festival, farà volare le illazioni. Ma questa è Sanremo, baby. Alle 2 di notte, alla «Pignese» non tira aria di tempesta. Anche Max «883» Pezzali è in brodo di giuggiole: è anche la festa di compleanno della ragazza sua, che si chiama Giovanna ed è bruna e bella e rossovestita; e lui se la coccola che pare un liceale. Tristezze? Mah: ai ragazzi manca babbo Cecchetto. Claudio è tornato a Milano venerdì sera: suo figlio è malato e lui vuole stargli vicino. E così non può essere lì, in mezzo ai suoi boys, a rinfrancarli nel momen- to difficile della delusione. Perché la delusione c'è. Impossibile negarlo. «Povero Fiore - commentavano poco prima i discografici della Rti. - Si è sentito usato; l'hanno voluto ad ogni costo, è stato il vero personaggio. Baudo se ne è servito e non gli ha dato nulla in cambio. Tutti gli hanno fatto la guerra». I discografici sono discografici: e per contratto de¬ vono piagnucolare un po'. Fiorello no. Un paio d'ore prima, dietro le quinte dell'Ariston, una caduta di zuccheri l'ha avuta, quando i suoi coboldi l'han chiamato in disparte, «Fiore, vieni qui un momento», per rivelargli che non ce l'aveva fatta. Ma ci vuol altro per spiantar Fiorello. Adesso brinda a Giovanna e già pensa al suo prossimo programma tivù, su Canale 5: «Sarà fortissimo, ho inventato un gioco troppo divertente, vedrete», s'entusiasma. Sei dispiaciuto per com'è finita? «Beh, è andata. Ho patito l'emozione, ma era un'esperienza che volevo fare. E ho trovato il pubblico di Raiuno, la gente che il Karaoke non l'ha mai guardato. Ma no, perché dovrei dispiacermi?». Fuori, ammucchiati davanti al ristorante, premono fanciullini e fanciulline. E vogliono vedere Lui, non i trionfatori del Festival. Le legioni karaokike restano compatte: alla faccia di Sanremo, di chi ha vinto e di chi ha perso, Fiorello è Fiorello. Gli orologi battono stancamente le 3: da «Giannino», al porto, arriva Giorgia. Ha appena salutato papà e mamma, ripartiti di gran carriera per Ro- ma: li attende un volo per la Thailandia, avevano già prenotato il viaggio, mica s'immaginavano che la piccina andasse al Festival per vincere. Così, accanto a Giorgia, nella notte del trionfo resta la nonna; e restano la confusione, gli spintoni, i flash, i manager, gli addetti stampa. E' fragile e smarrita, la ragazzina, e quando le aizzano contro l'ennesimo giornalista, negli occhi ha una supplica muta. Mangia, Giorgia, c'è tempo per le molestie del successo. «Grazie - sussurra, accennando al risotto marinaro che intristisce nel piatto - grazie davvero, perché il riso, sa, a star lì diventa mappazza...». Gianni Morandi è al tavolo accanto: si alza, va ad abbracciarla, la presenta ai propri commensali e amici: «Gli hai dato un bel dispiacere...», scherza. Il clan Morandi ride. Magari amaro, ma ride. Ride Biagio Antonacci, che del Gianni è compagno d'avventure pallonare, e quasi genero. Ride Marco, figlio capellone con codino alla Fiorello. Ride il maestro Bruno Zambrini il Mitico, l'autore di «In amore» e della «Fisarmonica», presente e passato del morandismo. Solo, resta serio il fido Guerrino, cuoco e sommo assistente alla salute morandesca: per lui, Gianni dovrebbe vincere sempre. Per rinfrancarlo, Morandi gli fa: «E se andassimo a casa a mangiarci un po' di miglio?». 11 sorriso arriva: «Eh no, go cucinao già bastansa...». Sono quasi le 5 del mattino, il clan Morandi si ritira sfatto; restano a tirar mattina Giorgia e i suoi, con moderati schiamazzi. I camerieri, tristi, sonnecchiano. E' finito il Carnevale. Gabriele Ferraris

Persone citate: Baudo, Biagio Antonacci, Bruno Zambrini, Cecchetto, Gianni Morandi, Giannino, Mamma Fiorello, Pezzali, Povero Fiore

Luoghi citati: Milano, Sanremo, Thailandia