Sanremo dei record è già futuro

E: Tempo di bilanci e Baudo ancora attivo: «Faremo un Festival Top per vedere il mercato» Sanremo dei record, è già futuro C'è polemica sulla scelta dei giurati SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Nel bailamme di ragazzini, signore in visone, mitomani, semplici curiosi e autentici disperati che affollavano lo spiazzo davanti al teatro Ariston dove si stava svolgendo una festivaliera «Domenica in», ieri pomeriggio gli applausi non si sono sprecati come negli scorsi giorni. La «ggeute» è spompata, «rinconigliata» come ha detto ieri il prode Faletti a Dolce Mara. La «ggente» non lo sa ma non ne può più di questo Festival dalla durata e dagli ascolti monstre; stamattina, fugate le note, si cominciano a fare i conti con la manovra economica arrivata con tempismo durante Sanremo, come una volta a Ferragosto. Distrutti anche i cantanti. Sabato alle due di notte, alla consueta conferenza stampa, nemmeno i tre primi classificati sprizzavano scintille. L'incertezza della vittoria finale aveva privato ognuno delle residue energie e solo Morandi - scampato il pericolo di trovarsi davanti Fiorello in classifica - ha trovato la forza di parlare per primo: «Giorgia era l'outsider giusto - ha detto guardando la vincitrice, la sua Barbara Cola e Spagna -. Sto qui in mezzo a queste donne e sono contento che abbiano vinto loro: se non sbaglio, dall'81 anno di Alice non vinceva una donna». Magico Gianni, è anche uno storico: veramente, di mezzo c'è stata nell'83 Tiziana Rivale, scomparsa però in un baleno. Non era pronta. Il vecchio Ravera diceva sempre che per essere utile alla discografia la vittoria va «scelta»: ma per far salire gli ascolti la verità è più fantasiosa e produce più suspence che non le pastette. C'è polemica però sul criterio di composizione delle giurie. Mercoledì e giovedì, hanno votato al 100 per cento giovani fra i 14 e i 24 anni e questo ha spinto indietro in graduatoria nomi famosi, che magari si son fatti pregare da Baudo per venire a Sanremo. Nel '96, potrebbe succedere che gli equivalenti di Ranieri, Cinquetti, Cutugno, Berte o la divina Patty, col cavolo accettino di partecipare per far un favore al Patron, costringendolo a scegliere fra i superdecotti in zona CI o C2. E se il Festival dev'essere ecumenico, non dovrebbero esserlo anche le giurie? Baudo ha ammesso che il problema è grave: «Abbiamo una riunione già domani mattina: intanto, il 30 marzo faremo qui "Sanremo Top", per vedere come si è mosso il mercato». Almeno la classifica finale offrisse preziose indicazioni all'industria, sui gusti degli acquirenti di dischi: ma nemmeno questo è certo. Proprio questa settimana parte la prima hit-parade ufficiale di vendita Nielsen, e nessun di¬ scografico potrà pili ciurlare nel manico, raccontando di aver venduto se non è vero. I responsabili marketing esamineranno i numeri sanremesi per trarne le prime valutazioni: vendere un cantante in fondo, in questa musica festivaliera, è come vendere un vestito. L'arte c'entra solo sporadicamente e il più delle volte viene espulsa - vedi Pravo e Daniele Silvestri - dando l'indicazione che bisogna cercare un segmento diverso di pubblico. Antisanremese. Piaceva - piace - Baglioni ed ha successo qui Danilo Amerio che 10 ricorda piuttosto da vicino con 11 suo pop morbido di «Bisogno d'amore», al 6° posto; piacciono le ragazze energiche e Lighea conquista un bel settimo posto. «Bisogna inventarne un'altra uguale», penserà oggi fra sé qualche manager musicale scriteriato alla ricerca di quattrini. Non hanno già creato con Raffaella Cavalli la fotocopia di Laura Pausini? Fra i misteri più profondi, le ragioni del piazzamento negativo della squadra Cecchetto: che i giurati abbiano voluto «castigare» Fiorello e Max 883, stravolti in un contesto complessivo non loro, anche come linguaggio televisivo? All'Ariston Codino sembrava un cantante in mezzo agli altri e non più un mito del XX secolo, e Max 883 si perdeva nell'immensità del palco. Va a sape¬ re. Per Fiorello è stata davvero una mazzata, ma Max Pezzali aveva una canzone che si appiccica subito alle orecchie ed è finito ottavo. Scommettiamo però che venderanno molti dischi? L'ultima sera, gli amanti over 35 del classico si sono vendicati. Hanno votato in massa Bocelli spingendolo al quarto posto, hanno mandato Giorgia in vetta e l'immarcescibile Morandi al secondo posto. Giorgia è una delle poche al mondo che siano mai riuscite a mettere d'accordo giovani e vecchi, giurie e critici. Ci sono state mille voci femminili che urlavano scriteriatamente in questo Festival, ma la vittoria di Giorgia produrrà di certo un ulteriore devastante fenomeno di imitazione. E anche lei, la vincitrice, dovrà stare molto attenta a non sbagliare il prossimo disco e la rotta del lavoro futuro. I «Neri per Caso», vincitori fra i giovani, escono tempisticamente oggi con un album in cui cantano - senza musica - Pino Daniele, Zucchero e se stessi. Il momento va sfruttato, la gente ha voglia di una faccia nuova e chi ce l'ha si dia da fare. Chissà cosa vuol dire in fatto di simbologia politica: dov'è questa faccia nuova? E speriamo che sia femmina? Morandi/Prodi ha sconfitto Berlusconi/Fiorello, ma tutti e due hanno perso. Marinella Venegoni La Falchi, bionda imbronciata I maligni: «Liti furibonde» e lei non si presenta per il finale I discografici: povero Rosario Baudo si è servito di lui e in cambio non gli ha dato nulla E: 3- Anna Falchi e Claudia Koll, le due belle del Festival Fiorello. In alto a destra: Giorgia con Morandi e la tabella con i confronti fra i programmi più visti

Luoghi citati: Sanremo, Spagna