Attacco a Dini? Il Polo ci ripensa

Mastella invita tutti a «toni più moderati». Decisivo l'incontro con Scalfaro Mastella invita tutti a «toni più moderati». Decisivo l'incontro con Scalfaro Attacco a Pini? Il Polo ci ripensa Le «colombe» puntano a correggere la manovra ROMA. La tentazione di votare «no» alla manovra economica del governo ce l'hanno, ma il Polo non è così compatto come vorrebbe far credere. In settimana si incontreranno Berlusconi, Fini, Casini per valutare i prò e i contro di una scelta che sarebbe sicuramente catastrofica per la nostra moneta, capace di fare cadere il governo ma, forse, utile per chi vuole votare a giugno. Già domani i provvedimenti del governo saranno all'esame del Senato, in commissione. Ma, prima di decidere che fare, i bcrlusconiani attenderanno, probabilmente, l'incontro con Scalfaro, confermato ieri dal Capo dello Stato. Incontro col quale Scalfaro ascolterà i suoi interlocutori con «buona volontà», ha fatto sapere da Praga. Come se volesse preannunziare al Polo un percorso intermedio che porti, magari, ad elezioni certe ad ottobre. Se Berlusconi insisterà per giugno, potrebbe allora scattare l'offensiva finale. Ma il percorso non è chiaro. Il Polo potrebbe presentare una sua contro-manovra, come anticipava ieri Publio Fiori di An, per concludere che «la manovra del governo va bocciata». Sulla stessa linea Mastella, del ccd: «Votare a favore ci crea un forte disagio». D'accordo anche Raffaele Costa, dell'Unione di centro: «E' difficile per noi accettarla. Deve essere modificata». Sembrerebbero tutti pronti, quelli del Polo, ad usare l'arma assoluta dell'aggravamento della crisi finanziaria pur di arrivare alle elezioni politiche. Ma forse chiedono solo modifiche. Perché, mentre sparano sulla manovra, abbozzano anche altre vie meno dirompenti per favorire lo scioglimento delle Camere, forse per votare ad ottobre. E così lasciano capire che non è ancora del tutto deciso l'attacco frontale al governo Dini. Per esempio, Tajani (che è il portavoce di Forza Italia) e Storace (il portavoce di An) indicano ora, a sorpresa, le elezioni regionali del 23 aprile come l'occasione per fare emergere la maggioranza che vuole anticipare le elezioni politiche. Quasi che non credessero che da qui ad allora si possa veramente convincere il Presidente della Repubblica a sciogliere le Camere per altre vie, con le cattive maniere. E prendere In elezioni di aprile come punto di riferimento per il Polo significa ammettere che è quasi impossibile andare a votare per le politiche a giugno. La via maestra, per Berlusconi, rimangono le sperate dimissioni di Dini dopo il varo della riforma delle previdenza. «Non ci sarà bisogno di ricorrere alla sfiducia da parte del Polo. Il governo si dimetterà e non si potrà evitare di andare alle elezioni piaccia o non piaccia a chi sta in collina, in montagna o in pianura», garantisce Costa ai «duri» di Forza Italia che meditano di affondare Dini con un problematico voto di sfiducia. In realtà, nel Polo solo Berlusconi sembra disposto a tutto pur di ottenere un rapido scioglimento delle Camere. Gli alleati lo lasciano fare, lo seguono ma evitano gli attacchi al Capo dello Stato e le esasperazioni polemiche. Sia perché temono di apparire irresponsabili, sia perché capiscono che il clima di rissa non favorisce lo scioglimento delle Camere. «I toni debbono essere, da parte di tutti, più moderati» suggerisce Mastella a Berlusconi. «Ci auguriamo che tutte le istituzioni scelgano la via del ragionamento e non quella dello scontro» esorta Gasparri, di An. Romano Prodi, l'avversario che scalpita per sfidare Berlusconi, lo suggerisce anche lui: «Un minimo di orizzonte (per elezioni a giugno o ottobre) si può garantirlo. Ma con le liti, no». Intanto, a forza di attacchi a Scalfaro e al governo, Berlusconi è riuscito a perdere lo sperato aggancio con il partito popolare di Rocco Buttiglione. Il quale, in una lettera inviata ieri al Corriere della sera, elenca tutte le ragioni che lo allontanano da Forza Italia. E se Berlusconi si rassegnasse ad accettare lo slittamento della prova elettorale ad ottobre? Alberto Rapisarda Costa tranquillizza «Il governo si dimetterà» A sinistra: Lamberto Dini Sopra: il portavoce di Forza Italia Antonio Tajani

Luoghi citati: Praga, Roma