E Sanremo stregò il Belpaese di Paolo Guzzanti

E Sanremo stregò il Belpaese Il festival dei primati: neanche per i Mondiali un'audience così alta E Sanremo stregò il Belpaese IL Dio della Bibbia non paga il sabato, ma in compenso l'auditel paga subito: la trasmissione della finale di Sanremo 1995 ha realizzato la percentuale d'ascolto (lo share) più alta di tutti i tempi: 77,22 televisori, ogni cento accesi, erano sintonizzati sul Festival. Il primato era rimasto alla finale dei Mondiali ItaliaBrasile, con uno share del 76,18. C'è chi lancia frattanto l'idea di bloccare questo genere di notizie sugli ascolti, e di nasconderli alle cieche masse, forse per dare un contributo originale alla completezza dell'informazione. O forse come rimedio alla stizza, non è chiaro. Certo è che non ci si riesce a schiodare dalla questione teolo- gica che investe la natura popolare del popolo. E, più ancora, dell'imbarazzo che deriva dalle sue scelte: lo scrive uno come me che non vede mai Sanremo (ho fatto un'eccezione per mia figlia Sabina) e che per colmo d'arroganza non segue il calcio e si tiene alla larga da un paio di altri integralismi. Lo dico perché mi sono accorto con stupore di aver acceso gli animi con un articolino in cui manifestavo la mia allergia all'ennesima banalissima stravista e noiosa riproposizione della questione-Baudo, che come si sa regge il nazionalpopolare. Avrei voluto scrivere sabato: fate come me, se non vi piace o vi disgusta, cambiate canale, viva la libertà, tutto il potere al telecomando: un consiglio da estendere a certi valenti giornalisti sanremisti i quali sembra che stiano lì perché gliel'ha ordinato il dottore, sudando sangue in preda alla nausea. Ma ecco che, provvidenziali, arrivano i dati sullo share: gli odiosi, odorosi di soffritto, dati che impongono uno scontro con il principio di realtà. I dati sono quelli che abbiamo detto e coinvolgono due terzi della popolazione attiva. Che facciamo? Vogliamo dire che a seguire Sanremo e la prestazione di Pippo Baudo (35 milioni di contatti) c'era soltanto l'Italia dei mediocri, dei sofficini, delle melense suocere con fustino e candeggina incorporata? Si può, ma senza rendere un servizio alla verità. La notizia, come ognuno vede, è clamorosa e saremmo veramente curiosi di sapere sulla base di quale principio dovrebbe essere occultata. Ma la verità sta forse in una vecchia battuta di Alberto Sordi in Africa mentre osserva gli indigeni minacciosi: «Che fanno? Non temono l'uomo bianco?». Se l'uomo bianco fosse infatti e ancora la vecchia e triste supponenza elitaria, forse sì, sarà meglio che abbassi il frustino. Paolo Guzzanti

Persone citate: Alberto Sordi, Pippo Baudo

Luoghi citati: Africa, Italia, Sanremo