Per 5 bimbi una casa di rifiuti Napoli, tolti ai genitori

Scoperti dopo un blitz dei vigili: in due stanze cumuli di immondizia e stracci Scoperti dopo un blitz dei vigili: in due stanze cumuli di immondizia e stracci Per 5 bimbi una casa di rifiuti Napoli, tolti ai genitori NAPOLI. Stavano tutti insieme, uomini, donne e bambini, stretti in due stanzette senza energia elettrica e senza riscaldamento, ammassati come bestie nella casupola di cemento abusivo. Intorno, alberi spelacchiati e un paio di recinti, sei cani, pezzi di auto, rifiuti. Dentro, muri coperti di umidità, un cucinino con il tetto di lamiera, letti che sembrano giacigli, con le lenzuola incrostate di sporcizia. Ovunque, un odore acre, un tanfo che impregna persone e cose. Per cinque ragazzini, il più piccolo di tre mesi, il più grande di otto anni, il mondo finiva lì, in quella sudicia stamberga chiusa da un costone di tufo e affacciata sul nastro d'asfalto della tangenziale. E i giudici del tribunale per i minori di Napoli non hanno avuto dubbi: meglio, molto meglio mandarli in un istituto. E' stata la segnalazione di una pattuglia di vigili urbani a dare il via al provvedimento d'urgenza con il quale i magistrati hanno allontanato ieri dalle famiglie i cinque bambini costretti a una vita che ricorda le sequenze del film di Ettore Scoia «'Brutti, sporchi e cattivi». Li hanno portati via dalla casupola, isolata in uno spiazzo a ridosso di viale Colli Aminei, in un tranquillo quartiere borghese dove storie come queste sembrano impossibili. Eppure, tra quei muri, vivevano in dieci - cinque bambini, due uomini e tre donne - in un confuso intreccio di parentele, relazioni, figli dallo stesso uomo e da madri diverse, ma disposte a convivere sotto un unico tetto. Tutti gli adulti hanno avuto in un modo o nell'altro a che fare con la giustizia e adesso per campare vivevano di espedienti sul filo dell'illegalità: contrabbando di gas per auto, riciclaggio di macchine e ciclomotori smontati davanti al tugurio. La relazione di un'assistente sociale ha convinto i giudici. Quando i vigili sono andati a prelevare i bambini, hanno faticato non poco per ricostruire legami e paternità. Nella stamberga, in stato di totale abbandono e in condizioni igieniche da incubo, hanno trovato Teresa, 3 mesi, Antonio, 4 anni, Salvatore, 2 anni, Flora, 3 anni, e Vincenza, 8 anni. I primi tre sono figli di Stefano M., 30 anni, e Patrizia F., di 21 ; mentre le due bambine hanno il papà in comune, Raffaele M., 37 anni, fratello dell'altro capofamiglia, e due madri diverse: Adriana M., 25 anni, e Silvia S., di 33, quest'ultima cugina dei due uomini. E all'appello mancano altri due ragazzini che secondo i genitori si trovano da parenti: Tullio, 6 anni, anche lui nato dalla relazione tra Raffaele e Adriana; e Angela, 3 anni, figlia di Silvia e di Salvatore F., un fratello di Patrizia, che ora è in galera. Un guazzabuglio di rapporti cementato dalla miseria, che teneva uniti tutti, che ha messo quella specie di comunità ai margini, segnando il destino dei bambini. Di lorcsi sono accorti per caso i vigili, quando si sono inoltrati nel viottolo per fare un sopralluogo in un cantiere. Dalla casupola arrivava un odore nauseabondo: sono entrati, hanno visto i cinque ragazzini e i cinque adulti, i letti sfatti, le poche suppellettili aggredite dallo sporco, i rifiuti accumulati davanti alla stamberga. E' partita la segnalazione e poco dopo è arrivata l'assistente sociale che ha poi sollecitato il provvedimento del tribunale. Non è stato facile portare via i piccoli. Silvia ha afferrato Flora e Vincenza ed è fuggita via. Le ha nascoste nel negozio di un amico e soltanto dopo un'ora l'hanno rintracciata. Le condizioni di salute dei bambini sono complessivamente buone: li hanno portati in istituto, lavati e vestiti. Mariella Cirillo All'arrivo degli agenti la madre ha cercato di nascondere due ragazzine La casupola dove vivevano i cinque bambini

Persone citate: Adriana M., Brutti, Mariella Cirillo, Patrizia F., Raffaele M., Salvatore F., Silvia S.

Luoghi citati: Napoli