Una legge manda in pensione le sedie dell'ufficio

Una legge manda in pensione le sedie dell'ufficio Dovranno essere «a prova di mal di schiena». La rivoluzione in due fasi, si comincia il primo marzo Una legge manda in pensione le sedie dell'ufficio Gli esperti: «L'80% di quelle usate al computer sono inadatte» AMBIENTE E SICUREZZA LA prossima rivoluzione del «pianeta lavoro» toccherà sedie e poltrone. Sì, proprio loro. Trascurate come accessori secondari oppure ambite come simboli di potere, stanno per trasformarsi. Nulla sarà più come prima in uffici, enti pubblici, laboratori, fabbriche, Comuni, università, ospedali, redazioni, sedi sindacali, banche. La stragrande maggioranza di quelle utilizzate davanti ai videoterminali sarà buttata via e a milioni saranno sostituite con altre, a prova di mal di schiena. In una parola, «ergonomiche». Lo prevede un decreto legislativo - il numero 626 del 19 settembre '94 - che entrerà in vigore il 1° marzo e imporrà a tutti coloro che lavorano al computer di utilizzare sedie «stabili», che «permettano una certa libertà di movimento e una posizione comoda», che «siano regolabili in altezza», che «abbiano schienali regolabili» e che dispongano di «un poggiapiedi, per chi lo desidera». Gli obblighi valgono per tutti i nuovi posti di lavoro, mentre per quelli già esistenti il provvedimento sarà ritardato al 1° gennaio del prossimo anno. Nel mirino finiscono i luoghi pubblici e quelli privati, anche i piccoli sotto i 15 dipendenti. «E chi non rispetterà la legge, rischia multe salate, dai 3 agli 8 milioni oppure l'arresto da 3 a 6 mesi», ammonisce Rino Ravanello, segretario generale dell'associazione verde «Ambiente e Lavoro». «Ottanta sedie su cento diventeranno fuorilegge, anche se ciò non dovrebbe preoccupare imprenditori e datori di lavoro più di tanto», spiega Pavanello. «Si dovrà privilegiare la sicurezza anziché lo stile. Il costo di una "a norma" è in media del 10 per cento in più di una standard, mentre chi è fissato col design a tutti i costi può arrivare a spendere tre volte di più». Così, anche se le armonie degli arredamenti potranno soffrirne, i glutei di bancari, segretarie, centralinisti, impiegati, dattilografi, giornalisti e addetti vari scopriranno le gioie di comfort mai provati ma solo immaginati. Un certificato ergonomico su ogni esemplare garantirà l'avvenuta rivoluzione. Ma c'è anche altro. «Tutte le attrezzature dovranno seguire le norme stabilite dal decreto che recepisce otto direttive comunitarie sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro», osserva Pavanello. Ciò signifi¬ ca che i controlli negli ambienti di lavoro diventeranno più rigorosi, con un occhio particolare a tutte le sostanze potenzialmente cancerogene. Nelle aziende arriveranno i «rappresentante dei lavoratori per la sicurezza», un esercito di almeno 150 mila persone che avrà speciali diritti di intervento. Fra le altre novità, Pavanello ricorda il decreto 758 del dicembre '94 che innova profondamente le sanzioni penali sulla sicurezza, prevedendo l'arresto o l'ammenda con oblazione se il datore di lavoro rimuove la causa della violazione. «E questo - sottolinea - è un forte incentivo a rimuovere eventuali violazioni previste in ben 25 leggi». A questo tema l'associazione «Ambiente e Lavoro» prevede di dedicare un convegno. L'appuntamento e a Milano, il 1° marzo. [g. becl Secondo la legge chi lavora al computer deve avere «un sedile stabile che permetta una posizione comoda e che sia regolabile»

Persone citate: Pavanello, Rino Ravanello

Luoghi citati: Milano