Solo Bertinotti dice «no» Da Berlusconi un assenso con riserva di Andrea Di Robilant

Solo Bertinotti dice «no» Solo Bertinotti dice «no» Da Berlusconi un assenso con riserva ROMA. Romano Prodi si schiera subito a favore della manovra: «E' indispensabile, opporsi diventa una prova di poca serietà». Silvio Berlusconi, suo diretto antagonista nelle prossime elezioni, è ostile al provvedimento. Ma in serata, intervistato da Funari, dà un segnale di disponibilità: «La manovra è probabilmente necessaria, anche se l'avrei fatta assolutamente più contenuta». A questo punto Dini può tirare un respiro di sollievo. Il provvedimento ha già l'appoggio compatto della nuova maggioranza (ppi, pds, Lega). Ora il Polo sembra rassegnato a non ostacolarlo, anche se chiede modifiche in Parlamento. E l'unico «no» esplicito rimane quello di Rifondazione. I primi a schierarsi a favore della manovra sono i popolari. Nino Andreatta, capogruppo del ppi alla Camera, esprime subito «forte e convinto apprezzamento per le iniziative annunciate». E per sottolineare che la guerra all'interno del ppi non avrà ricadute sulla tenuta del partito in aula, aggiunge di parlare «per mandato ricevuto all'u¬ nanimità». Poco dopo arriva il sostegno altrettanto chiaro del pds. «La manovra è una scelta obbligata», dice il capogruppo alla Camera, Berlinguer, «di fronte ai buchi del bilancio pubblico. Dini ha dato un forte getto d'acqua sulla casa incendiata da Berlusconi». E il «fiscalista» del pds, Visco, aggiunge: «Le dimensioni della manovra sono adeguate, il provvedimento va approvato subito». In serata, dopo che nel corso della giornata esponenti della Lega avevano dato segnali contrastanti, arriva il via libera di Umberto Bossi. La manovra, dice il leader leghista, è «dolorosa ma necessaria». E Giancarlo Pagliarini, ex ministro del Bilancio e da ieri in corsa ufficiosamente per palazzo Chigi: «Sarebbe grave e irresponsabile votare contro». I segnali che vengono dal Polo, invece, sono molto meno chiari. Berlusconi, Fini e Tatarella seguono la presentazione di Dini in televisione nella residenza dell'ex presidente del Consiglio a via dell'Anima. Rimangono chiusi a discutere per oltre due ore. Poi esce Fini: «La manovra è una stangata. Non c'è nulla di strutturale. Non ci entusiasma». E ancora: «E' una manovra facile, facile, come quelle della partitocrazia: più tasse e più sacrifici». Ma il leader di Alleanza Nazionale lascia una porta aperta: «Aspettiamo il dibattito parlamentare e vedremo se la manovra sarà emendata». E Forza Italia? Alfredo Biondi parla di «manovra squilibrata». Marco Taradash dice che è «insensata». Romualdo Mazzocco, coordinatore del dipartimento economico di Forza Italia, aggiunge che votarla «sarebbe un'offesa a tutti gli elettori». Solo in serata Berlusconi chiarisce che la manovra è, appunto, «probabilmente» necessaria «anche se era evitabile se non ci fosse stato il ribaltone». A fine giornata sul fronte del no rimane solo Fausto Bertinotti: ((Ancora una volta piove sul bagnato. Questa è una politica economica antipopolare e irresponsabile». Andrea di Robilant

Luoghi citati: Roma