Benvenuto, mecenate ma attento agli sperperi Roma, si dibatte sui sussidi alla cultura
Kafka, spogliarello contro la burocrazia Roma, si dibatte sui sussidi alla cultura Benvenuto, mecenate ma attento agli sperperi Gl LI artisti nei confronti dei i sussidi governativi hanno I un atteggiamento ambiva| lente e nella migliore delle I ipotesi li considerano un male necessario». Non solo gli artisti negli Stati Uniti, osserva Merianne Liteman, direttore del National Endowment for the Arts (l'ente statale che fornisce i contributi alle attività culturali) sono poco favorevoli a qualsiasi intervento dello Stato. Esiste un diffuso sospetto verso le iniziative federali. Si preferisce il mecenatismo di fondazioni, imprese e privati cittadini che, in seguito alle donazioni, godono di sgravi fiscali. «Soltanto il cinque per cento dei finanziamenti diretti alle attività artistiche senza fini commerciali è elargito dal governo federale attraverso il National Endowment l'or the Arts - dice la Liteman - Il 12 per cento proviene dai governi locali. L'83 per cento circa arriva dal settore privato». Se questo è il modello statunitense, quasi interamente indirizzato verso il sostegno degli sponsor, diverse sono le indicazioni francesi: nel campo dei contributi agli spettacoli, alla danza, alle mostre, la presenza dei privati è molto ridotta. Il modello tedesco si basa sul decentramento e sui lànder, mentre in Inghilterra è in vigore un sistema misto con una copresenza di iniziativa privata, Stato e amministrazioni locali. Per mettere a confronto le varie esperienze del rapporto tra intervento pubblico e cultura è iniziato oggi a Roma, all'Eur (durerà fino a domani) un convegno della Fon- Giovanni Pierac ni dazione «Romaeuropa» di cui è presidente l'ex ministro socialista del Bilancio negli anni del centrosinistra, il senatore Giovanni Pieraccini: «Arte e spettacolo. Modelli organizzativi internazionali e situazione italiana». L'Italia federale non ò ancora nata. Però il decentramento si avvicina ed è necessaria, anche prima che lo Stato federale veda la luce, una riforma della nostra legislazione invecchiata, contraddittoria, burocratica. Uno sguardo all'Europa e agli Stati uniti è un incoraggiamento su questa strada: «Dobbiamo prendere lezioni da lutti questi Paesi nell'opera di riforma - osserva Pieraccini - dal sistema americano, per esempio, dobbiamo imparare ad offrire vantaggi fiscali ai privati. I nostri stanziamenti per la cultura non sono affatto limitati. 11 budget dell'intero National Endowment for the Arts corrisponde alla metà di quello che lo Stato Italiano dà ai soli enti lirici. Solo che esistono nel nostro sistema infinite incoerenze e dunque molti speqjeri». Al convegno parteciperanno oltre alla Liteman e allo stesso Pieraccini, Bernard Faivre d'Arder, direttore del Festival d'Avignone, Hilmar Hoffmann, presidente della rete internazionale Goethe Institut, Roger Lancaster Chief Executive Yorkshire and Humber - side Arts - Dewsbury e Antonio Patroni Griffi, preside della Facoltà di Economia e Commercio e ordinario di Diritto commerciale all'Università Luiss di Roma. Mirella Serri Giovanni Pieraccini
Persone citate: Antonio Patroni Griffi, Bernard Faivre, Giovanni Pieraccini, Goethe, Hoffmann, Mirella Serri Giovanni, Pieraccini, Roger Lancaster
Luoghi citati: Avignone, Europa, Inghilterra, Italia, Roma, Stati Uniti
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