«lo, un'estranea per mia figlia: ma la riconquisterò» Parla la madre naturale della ragazza contesa da due famiglie di Gabriele Beccaria

«lo, un'estranea per mia figlia: ma la riconquisterà» LE RAGIONI DEL CUORE Varese, «I giudici finalmente mi hanno dato ragione, hanno capito che non l'ho mai abbandonata» «lo, un'estranea per mia figlia: ma la riconquisterà» Parla la madre naturale della ragazza contesa da due famiglie VUOLE riabbracciare la figlia dopo 11 anni di separazione anche se lei, ormai adolescente, giura di non amarla più. «Me l'hanno rubata e poi plagiata. Chiedo giustizia. Deve tornare da me». Parla a raffica Bruna Gianolini, 55 anni. Accusa la famiglia a cui diede a balia Maria e che poi rifiutò di riconsegnargliela e accusa i giudici che l'hanno costretta a una disperante battaglia legale prima di ottenere il riconoscimento della patria potestà. Il caso di Maria è esploso sui media con una lettera: «Gentile signora, mi scuso se non riesco a chiamarla mamma. Io riconosco solo una mamma». Della mamma biologica proprio non vuole sapere, anche se la corte d'appello di Milano ha deciso di separarla dalla famiglia in cui vive da quando aveva sei mesi. «Ogni incontro con la signora Gianolini mi fa male». Sono parole terribili, signora Bruna. «La mia Maria crede di essere stata abbandonata da piccolina ed è convinta di essere stata adottata. Non sa la verità». Lei ha cercato di spiegarle questa vicenda così sconvolgente? «L'ho incontrata e le ho parlato a cuore aperto». Ma non l'ha convinta. «Maria non vuole parlarmi, è stata plagiata». Sua figlia è molto determinata. Da quanto scrive, è chiaro che il ritorno nella famiglia biologica sarà uno choc durissimo. «Lo so. E nella loro sentenza i giudici l'hanno detto in modo chiaro. Per Maria la separazione sarà un trauma, ma non durerà a lungo: sarà appagata dall'amore della sua vera mamma». Non è mai stata sfiorata dal dubbio che, forse, Maria avrebbe dovuto restare dov'è cresciuta finora? «Mai. Non è amore quello che ri- ceve nella famiglia in cui si trova. La sua "madre" affidataria ha già sei figli e una figlia. Non ha bisogno di una figlia in più. Pochi anni e la mia bambina sarebbe diventata la sua donna di servizio». Lei è piena d'odio contro chi si è occupato di sua figlia. «Non voglio fare nomi, ma quella non è una famiglia per bene. Usa¬ no mia figlia perché vogliono la sua parte d'eredità. E mi lasci dire che la cosiddetta "mamma" pratica la magia e più di una volta mi ha minacciata». La mamma e il papà acquisiti ribattono che, quando presero Maria, era malaticcia, mentre ora è una ragazza sana e felice. «Non ó vero. Era bolla e florida. Pochi mesi dopo la nascita la diedi a balia a una signora di queste parti, vicino a Varese, perché la allevasse. Pagavo 300 mila lire al mese. Io ero rimasta vedova durante la gravidanza, avevo cinque figli tutti minorenni e un negozio da portare avanti. Non avevo scelta. Rimasi d'accordo che appena fosse stata in grado di andare all'asilo me la sarei ripresa. E invece successe che quella signora andò in tribunale, dicendo che la bambina era stata abbandonata, e se la fece affidare. Così dall'85 al '93 non mi è stato più permesso di vedere Maria». Alla fine i giudici le hanno dato ragione. Ma non è troppo tardi? «Lo so che sarà difficilissimo riavere l'amore della mia bambina, ma è nel suo interesse scappare dal mondo surreale in cui è stata relegata». Gabriele Beccaria II tribunale di Milano in cui si svolge la battaglia legale che ha al centro una ragazza quindicenne

Persone citate: Bruna, Bruna Gianolini, Gianolini

Luoghi citati: Milano, Varese