Di Pietro, debutto a Palazzo «Ma non entrerò mai in politica» Il magistrato a Montecitorio incontra la Pivetti e il presidente della commissione stragi di Irene Pivetti

«Sono un uomo delle istituzioni non un tipo adatto alla competizione elettorale» Il magistrato a Montecitorio incontra la Pivetti e il presidente della commissione stragi Di Pietro, debutto u Palano «Ma non entrerò mai in politica» ROMA DALLA REDAZIONE Non era una visita ufficiale e neppure il primo giorno di lavoro, eppure l'arrivo a Montecitorio del giudice Antonio Di Pietro ha creato parecchio trambusto e molte aspettative (deluse). Il magistrato non si è discostato dal suo «stile» più recente, tutto ispirato al silenzio e alla discrezione. Ai giornalisti che l'hanno assalito, perciò, Di Pietro ha concesso solo monosillabi. Eppure gli è sfuggita una dichiarazione d'intenti che non gli sarà facile rispettare, viste le pressioni a cui viene sottoposto dal mondo politico, di centro, destra e sinistra. Ad una giornalista del Tg3, che gli chiedeva se avesse deciso quale schieramento sposare in vista delle prossime elezioni, Di Pietro ha detto: «Non entrerò in politica, stia tranquilla». E poi: «Sono uomo delle istituzioni e per questo non scenderò in politica. Non sono uomo da competizione elettorale». Davvero impegnativa, come promessa presa di fronte alle telecamere, oggi più «sacre» - forse - dei luoghi deputati ai giuramenti. Il magistrato, da poco tempo «assunto» dal Parlamento come consulente della Commissione stragi dopo una lunga polemica che lo aveva portato persino a pensare di abbandonare la magistratura, è arrivato a Montecitorio intorno alle 10,30. La presenza dell'ex pubblico ministero di «Mani pulite» non è passata inosservata: in breve è diventato il bersaglio di operatori, fotografi e cronisti. La visita di Di Pietro è stata propedeutica alla discussione che oggi la commissione - presieduta dal sen. Giovanni Pellegrino - affronterà a proposito dell'incarico destinato al magistrato. Il primo incontro, a Montecitorio, «Tonino» lo ha avuto col presidente della commissione Esteri, Mirko Trcmaglia, insieme con Pellegrino - che lo ha voluto ad ogni costo - appassionato supporter del magistrato. Tremaglia - che aveva definito l'arrivo di Di Pietro «una visita inaspettata ma gradita» - ha confermato il carattere «personale» dell'incontro, aggiungendo: «Vi è un tempo per parlare e un tempo per tacere: questo è il tempo di tacere. Posso solo dire che vi è un rapporto che esiste da tempo con il magistrato. E' pacifico che Di Pietro non appartenga allo schieramento di sinistra». «Non è assolu¬ tamente vero che Di Pietro entrerà nella squadra di Prodi. Non appartiene certamente a quello schieramento. Di Pietro non è certo persona che si iscriva a partiti politici. Ha il senso dello Stato e potrà esse- re molto utile nel futuro: per cosa si vedrà e lo deciderà lui». Successivamente il magistrato è salito nell'ufficio della presidente Irene Pivetti e lì si è fermato per quasi un'ora. Sul contenuto del colloquio non si è saputo nulla, anche se appare evidente che ha riguardato il nuovo impegno di Di Pietro nelle inchieste più «calde» su cui indaga la commissione. Prii ma di recarsi a San Macuto, per una presa di contatto ufficiale coi commissari, Di Pietro ha avuto anche un breve incontro con Franco Bassanini del pds. Poi si è allontanato tra unapiccola folla che gridava: «Bravo Tonino, ritorna». «Sono un uomo delle istituzioni non un tipo adatto alla competizione elettorale» Antonio Di Pietro esce dal palazzo di Montecitorio dopo l'incontro con la presidente della Camera Irene Pivetti

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