Addio al cumulo se L'azienda perde? di C. F.

Addio al cumulo se Vazienda perde? Addio al cumulo se Vazienda perde? FARE 13 CON LE RISPARMIO PREZZO DIVIDENDO DIVIDENDO REND. MINIM0 AL 3/2/1995 1993 MINIMO PREVIST0 Finarte risp. 576 0 50 10,50% Montedison rnc 1.080 0 50 5,40% Montefibre rnc 1.047 0 50 5,30% Pirelli rnc 1.832 0 70 4,30% Bnlrisp. 14.149 800 800 6,00% Montedison risp. 1.415 0 50 4,00% Rinascente risp. 4.997 260 120 2,50% Ambroveneto rnc 2.645 170 50 1,90% Merloni rnc 2.796 100 50 1,80% Italcementi rnc 6.203 160 100 1,60% Fiat risp. 4.155 60 60 1,50% Stetrnc 4.266 120 50 1,20% Unicemrnc 5.747 170 50 0,90% Note: il rendimento minimo è dato dal rapporto tra dividendo minimo e prezzo dell'azione al netto del credito vantato dagli azionisti. A il superdividendo è in pericolo? Un'interpretazione fornita dalla Consob a un quesito sul dividendo '92 della società Aedes lascia intendere che, nel caso di società con conti in perdita, gli azionisti di risparmio non avrebbero diritto al cumulo dei dividendi. E che soltanto la magnanimità delle stesse aziende avrebbe permesso in passato a questi soci un po' particolari di avvalersi del privilegio. NON SONO UN TITOLO DI CREDITO MA PARTECIPANO AL RISCHIO D'IMPRESA Sollecitata su questo punto la Consob fa sapere oggi che le azioni di risparmio «non sono un titolo di credito», ma che al contrario, come le azioni ordinarie e quelle privilegiate, «partecipano al rischio d'impresa». Anche se questi titoli «normalmente hanno un dividendo garantito, cumulabile nell'anno successivo nel caso la società nel corso di un esercizio decida di non distribuire il dividendo». TRA I VANTAGGI DELLE «RNC» ANCHE L'ESONERO DAL MODELLO 740 Una risposta che non fuga del tutto i dubbi su un punto che da sempre costituisce uno dei maggiori elementi di attrattiva delle rnc. Ricordiamo infatti che queste ultime, che non danno diritto di voto in assemblea né vantaggi in caso di opa, hanno sempre fatto leva su tre particolari vantaggi: • un minor costo rispetto alle azioni ordinarie; • un dividendo minimo del 5 per cento sul valore nominale dell'azione; • la possibilità, già ricordata prima, di accumulare i dividendi arretrati per un intero triennio. A questi vantaggi da sempre riconosciuti, se ne aggiunge uno di carattere fiscale: le azioni di risparmio non convertibili sono, infatti, considerate titoli «al portatore» e in quanto tali si possono non dichiarare sul modello 740 al momento della dichiarazione annuale dei redditi: insomma, fanno risparmiare tasse. gere quest'anno anche il 5,4%». Ma in casa Fida si aspettano buoni guadagni (6,4% il rendimento stimato) anche dalle Ambroveneto rnc, che dovrebbero confermare il dividendo di 170 lire dello scorso anno, o dalle Fiat risparmio. LO SCONTO COME PREMIO Ma le rnc non vivono di soli rendimenti. «In alcuni casi - sottolinea infatti Stefano Puppini, analista di Primegest - a fare premio è lo sconto in termini di prezzo rispetto alle azioni ordinarie». Come nel caso delle Italcementi rnc, il cui differenziale rispetto alle ordinarie è ai punti massimi: circa 6 mila lire contro oltre 12 mila. «Tra le occasioni del momento - dice a sua volta Giampaolo Trasi, strategist di Sigeco (gruppo Imi) - includerei anche le Merloni. Il problema della scarsa liquidità, di cui il titolo ha sofferto in passato, oggi, a seguito di alcune conversioni, è parzialmente superato. Ma in Borsa il recupero ancora non c'è stato». Le rnc attualmente quotano 2750 lire contro le 6100 lire delle ordinarie. Interessanti, per Trasi, anche le Unicem: «Un miglioramento dei conti dell'azienda nel '95 è più che probabile». RISCHIO PRIVATIZZAZIONI E' già successo con Credit e Comit. La privatizzazione delle due banche ha avvantaggiato i possessori di titoli rnc. La scommessa si gioca questa volta su Stet e Bnl. Se l'istituto capitolino dovesse essere privatizzato, le azioni di risparmio potrebbero venire valorizzate dalla quotazione delle ordinarie. Il cui valore da una recente perizia è stato stimato intorno alle 47 mila lire. Si tratta comunque di scommesse ad alto rischio. davvero positivo per l'azienda». Il rendimento stimato è superiore al 5%. «Nel caso invece di Finarte aggiunge Bellemo - se la società tornasse a pagare il dividendo, il rendimento sarebbe superiore addirittura al 10%. Molto dipenderà anche dal protrarsi della vicenda Interbanca». FEDELTÀ' DI RENDIMENTO Ma il generale miglioramento dei conti economici finirà col premiare, in termini di rendimenti, anche i titoli di aziende che già lo scorso anno non sono mancate all'appuntamento con il dividendo. «Tra queste - afferma Alberto Marenco, responsabile dell'azionario per la Fida-Crt - nel nostro portafoglio compaiono, per esempio, le Rinascente: dal momento che la società storicamente ha sempre aumentato nel corso del tempo il proprio dividendo prevediamo che il rendimento possa raggiun¬ Carla Ferron [c. f.]

Persone citate: Alberto Marenco, Bellemo, Carla Ferron, Merloni, Stefano Puppini