PER UNIRE L'EUROPA ci vuole un padre forte
PER UNIRE L'EUROPA PER UNIRE L'EUROPA CI VUOLE UN PADRE FORTE mino dell'Europa, editore Giuffré, pp. 147, L. 20.000). Per capacità di analisi e per chiarezza di esposizione (doti che si vorrebbe incontrare più spesso, e non solo noi libri dei diplomatici) può risultare di grande aiuto a chi voglia farsi un'idea più precisa di un problema cruciale quanto nessun altro per il nostro futuro. Dati, date e dottrine Non si pensi però a un manuale, benché il libro abbondi di dati e di date, e dia correttamente conto delle varie «dottrine». Si tratta in realtà di una serie di riflessioni, tratte da un ciclo di lezioni e dibattiti all'Università di Siena. Riflessioni, è il caso di dire, non accademiche, mirate a una tesi essenziale, che è questa: tutta quanta la costruzione europea si è svolta finora sulla base degli interessi degli Stati-nazione; questi stessi interessi (intesi nel senso giusto, non certo nazionalistico o peggio etniconazionalistico, ma come specificità storiche, frutto di un passato ineludibile, e tuttavia consapevoli di non potere ormai fare a meno di un ambito più vasto) devono ora essere composti e armonizzati realisticamente, affinché sprigionino gradualmente «dal basso», pur senza annullarsi, una superiore identità «europea». Ogni altra soluzione o proposta rischia di essere una fuga in avanti di «élites» prive di un reale seguito popolare. Non posso qui ripetere gli argomenti e i fatti che Badini può portare a conforto della sua tesi: che sono vari e indubitabili. Dalla crisi dello Sme alle incertezze che gravano sul Trattato di Maastricht. Vorrei però non sottrarmi a una cru¬ ciale obiezione. Nella storia, i processi federativi (o, se non piace la parola, di aggregazione) sono nati dal basso, ma anche, se non specialmente, dall'alto. L'unità d'Italia non si sarebbe fatta senza il ruolo elitarie* del Piemonte, né l'unità tedesca senza quello della Prussia. Personalmente non credo neppure che a una qualche concreta unità europea si possa arrivare senza il contributo decisivo dell'asse francotedesco. Che certo risponde a interessi nazionali di Parigi e di Bonn (Berlino), ma anche alla logica del «nucleo» federatore o aggregante. Quanto alla «gerarchizzazione» che può derivarne per i membri dell'Unione Europea, essa dipende, in ultima analisi, dagli stessi membri, dalla loro volontà o capacità di stare al passo, o di recuperarlo in tempi prevedibili. Non è detto comunque che l'effetto sia depressivo, an¬
Persone citate: Badini, Giuffré
Luoghi citati: Berlino, Bonn, Europa, Italia, Parigi, Piemonte, Prussia
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