Sanremo e venne Poro del BaudoFestival di Gabriele Ferraris

Da stasera a sabato la classicissima rassegna della canzone italiana, arrivata alla 45a edizione Da stasera a sabato la classicissima rassegna della canzone italiana, arrivata alla 45a edizione Sanremo, e venne Poro del BaudoFestival «Seguire la gara adesso è chic» SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Benvenuti al quarantacinquesimo Festival di Sanremo, figlio unigenito di Pippo Baudo che l'ha generato a sua immagine e somiglianza. Egli ha scelto i cantanti, Egli ha consacrato le presentatrici, Egli regge la barra, Grande Timoniere dell'Evento Televisivo. Stasera si salpa, su Raiuno alle 20,40: ascolterete i 16 «Big»; i sette finalisti della categoria «Nuove Promesse» dello scorso anno; e gli stranieri Juan Luis Gueira e Ray Charles. Che la festa cominci, perii Vero Miracolo Italiano: far amare il Festival anche a chi da sempre l'aborre. Pippobaudo scandisce, doroteo; «Un gruppo intellettuale in passato s'ora staccato da Sanremo, ma l'atteggiamento è cambiato perché abbiamo preso in considerazione le critiche, abbiamo definito nettamente la categoria dei Big, abbiamo aperto alla musica etnica». Traduzione: «Una volta, chi si piccava di saper leggere e scrivere sputava sul Festival, e la sinistra in special modo. E noi, per accontentare i palati fini, abbiamo tagliato fuori i P.eitani e gli Albani, e in cambio vi diamo i pericolosi sovversivi Riondino e Guzzanti, e imbarchiamo nel Dopofestival addirittura la bolscevica Dandini». Ma nega equilibrismi da manuale Cencelli: «Sanremo - esagera - è extratcrritoriale». E scongiura così il «teorema Rainvest», benché mezzo cast festivaliero biscioneggi assai. Sostiene Baudo il Filosofo: «Il Festival si deve vedere». E dunque sciorina orgoglioso le sue girls: Arma Falchi, rinomata per le rotondità superiori, e Claudia Koll, nota per quelle inferiori. Bionda e imbronciata la prima, bruna e quasi eterea la seconda. L'esordio delle due giovinette fa sperare cose strane e meraviglioso nei giorni a venire. Apre bocca, l'Anna, ed entra nel mito: «Non vorrei faro dichiarazioni perché i giornalisti travisano tutto». Le avevano domandato, gli impertinenti, se fosse di destra o di sinistra. Il luogo comune della par condicio infetta la Città dei Fiori, e s'ipotizza una spartizione del palco fra una Falchi berlusconiana e una Koll sinistrorsa, con Baudo nei secoli fedele al contro. La Koll sguscia, accampa bizzarre teorie: «Un artista non deve avere connotazioni politiche». E aggiunge, per la gioia di Do Gregori e compagni: «Non c'è più differenza fra cantautori di destra e di sinistra». Si concentra, amletica: «E che cos'è oggi la sinistra, se la Lega va con D'Alema?». Finita, la politica. Come dice il maitre-à-pcnser Fiorello, «siamo qui per divertirci». Dunque, la parola passa di diritto ad Anna Falchi. La Bionda Imbronciata, che minaccia canti e balli fin da stasera, mette le mani avanti: «Facessi delle papere! Realizzerei il mio sogno, essere una papera vivente, qua qua». Davvero, fa anche il verso. Leggendaria. Non paga, spara a mitraglia contro l'associazione vittime di Baudo che riunisce le Parietti, le Vcnier e le altro malcapitate che si videro rubare la scena festiva- liera dal Pippo Pigliatutto. «E' falso - garantisce convinta - Baudo non mette in ombra le partner: le Vialorizza. Vedrete, vedrete». Già, vedremo. Intanto, le agenzie battono una notizia da leccarsi Io orecchio: Tinto Brass suggerisce all'ex pupilla Claudia Koll di «spogliarsi un po'». La Bruna Austera inarca il sopracciglio. E mormora «non credo proprio», precipitando le masse nello sconforto. Ha studiato al liceo classico, lei: e conserva, di chi sa di greco e di latino, l'adorabile spocchia. Quanto a spocchia, anche la Falchi sembra ben attrezzata. Sugli studi, non sapremmo dire. Un fatto è certo: il Festival numero 45 si presenta con dignitosa civiltà: meno unticcio, meno coatto d'un tempo. Mancano i magliari, i pittoreschi personaggi sospesi Ira canzone e prigione, i disperati all'ultima spiaggia. E Pippo il Probo rivendica l'anima nazionalpopolare e snocciola propositi decentissimi e manageriali, «l'anno venturo vorrei che il vincitore fosse scelto con il Televoto» (e quello dell'Explorer, che gestisce le giurie, quasi si strozza); «dobbiamo guardare al Parlamento europeo, ai contributi Cee per le attività culturali» (e perché non il patrocinio dell'Unesco?); «nessuno mi ha imposto vincoli né raccomandazioni»; «io sono un Raiofilo, credo nella forza di quest'azienda». Eccolo, l'onesto credo di Baudo: esaltare l'Azienda, perché Lui è l'Azienda. E viceversa. L'anno passato, venne a salutare l'inizio del Festival il professor Dematté presidente Rai. Stavolta, latita il viso caro di Letizia Moratti. Ma che importa? C'è SuperPippo. E SupcrPippo è la Rai. E' il Festival. E' l'Italia. Gabriele Ferraris

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