Condannato tribunale troppo lento di R. Cri.

A Cassino A Cassino Condannato tribunale troppo lento CASSINO. Questa volta a essere condannato è stato il tribunale, e precisamente quello di Cassino (Frosinone) per aver emosso una sentenza civile dopo 12 anni. La sentenza è della Commissione europea dei diritti dell'uomo, presso il Consiglio d'Europa di Strasburgo, alla quale cinque anni fa si era rivolto un operaio di Arpino che ora dovrà essere rimborsato dallo Stato italiano di una cifra variabile dai cinque ai quindici milioni. L'operaio, Vittorio Capoccia, di 50 anni, divorziato, figura tra i cittadini italiani che dal 1950 (anno in cui venne firmata la Convenzione europea dei diritti dell'uomo) si rivolgono alla Commissione europea per farsi riconoscere i propri diritti, lesi da un'applicazione lenta della giustizia in Italia. «Per i ritardi del tribunale sono rimasto senza un soldo perché sono stato licenziato dalla fabbrica dove lavoravo - dice Capoccia -. Ora sono costretto a vivere con i miei anziani genitori». L'uomo si era rivolto al tribunale di Cassino nel 1979 per una causa di separazione, che si è conclusa, per una serie incredibile di rinvìi, soltanto nel '91. Un anno prima, l'operaio, stanco di aspettare, si è rivolto alla speciale Commissione del Consiglio d'Europa. «Dopo la sentenza di separazione - ha aggiunto l'uomo - ho presentato altri tre ricorsi affinché vengano puniti coloro che hanno causato la mia rovina. La causa - ha concluso Capoccia - è stata ferma inspiegabilmente per quasi tre anni, dal 1981 al 1984, tantoché per la sua conclusione ci sono volute una ventina di udienze. Una cosa assurda». «Il tribunale di Cassino - ha spiegato il legale di Capoccia, avvocato Stefano Gizzi - ha emesso la sentenza soltanto ne! 1991, dopo una serie di rinvìi a seguito di denunce reciproche tra moglie e marito. Altro motivo dei ritardi, la rinuncia all'incarico da parte di un avvocato». Le cause civili pendenti al tribunale di Cassino sono 8400, molto delle quali si trascinano da quasi vent'anni. Nel 1994 si sono concluse con una sentenza soltanto 660 cause. Uno dei processi di più vecchia data va avanti da 17 anni e potrebbe concludersi il 21 aprile. L'avvocato Gizzi ha detto come si e arrivati alla sentenza di Strasburgo: «La Commissione e il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa hanno ravvisato negli abusi e nelle gravi inadempienze delle autorità italiane una violazione della Convenzione dei diritti dell'uomo e hanno, quindi, condannato il governo italiano. Nel corso del procedimento, abbiamo dimostrato con prove e riscontri la fondatezza delle ragioni di Vittorio Capoccia e la grave violazione dei suoi diritti». Sono sempre di più i cittadini italiani che si rivolgono alla Commissione europea per i diritti dell'uomo (1858 lo scorso anno). Dal 1950, l'Italia è stata condannata 82 volte, guidando così la classifica dei Paesi più inadempienti in Europa, [r. cri.]

Persone citate: Capoccia, Gizzi, Stefano Gizzi, Vittorio Capoccia