«Ditemi se mio figlio è vittima di un errore»

«Ditemi se mio figlio è vittima eli un errore» «Ditemi se mio figlio è vittima eli un errore» LA RABBIA DEI GENITORI NAPOLI EL viottolo davanti all'obitorio spira un vento gelido. Sono passate soltanto poche ore dalla morte di Raffaele e nell'ospedale Cardarelli c'è già una piccola folla: i genitori, la sorellina più piccola, i parenti e gli amici venuti da Frattamaggiore, dal paese che lui aveva lasciato sperando di diventare un campione. Sono tutti lì, con lo sguardo perso nel vuoto, a interrogarsi su come e perché si possa morire a 14 anni. E' un dolore composto il loro, ma nella sofferenza di chi ha perso un figlio c'è anche spazio per la rabbia: «Vogliamo capire». Un po' in disparte, piange e si dispera Carmine Tascone, l'uomo che aveva scoperto il suo talento, che lo aveva incoraggiato e seguito prima della partenza per Genova, e che ora ripete con la voce spezzata: «Era grande, grandissimo. Sarebbe certamente andato in serie A e invece...». E invece è tutto finito. «Raffaele era contentissimo di giocare nella Samp - spiega la madre, Rosa del Preite, 37 anni - abitava a Nervi e ci telefonava spesso per raccontarci la sua giornata. Usciva dal "college" con i libri, la borsa con la tuta, le scarpette e la merenda, due panini». «Il giorno dell'incidente - continua non ci ha chiamati. Abbiamo saputo dopo che era stato ricoverato prima all'ospedale San Martino e poi al Gaslini, dov'è rimasto una notte. Una notte tutto da solo: non aveva neanche le pantofole, mi ha detto poi che gliel'ha prestate una signora. Quando il 20 dicembre è tornato a casa ci ha spiegato che l'ecografia aveva dato esito negativo e che l'avevano dimesso». «Lui era in gamba. Prima di andare alla Samp, il Parma e la Roma se l'erano conteso - continua il padre, Giovanni, 40 anni - ma aveva scelto Genova. Giocava bene, studiava, era contento. Poi, l'incidente. Raffaele ci ha spiegato che aveva avuto uno scontro fortuito con un compagno, che la botta era stata forte, ma che non gli sembrava tanto grave. Lì lo hanno dimesso, ma a Frattamaggiore ci siamo accorti che lui stava davvero male: aveva forti do¬ lori, vomitava. E allora abbiamo deciso di portarlo in ospedale. Lo hanno operato la prima volta ed eravamo sicuri che guarisse, che superasse l'intervento. Gli avevamo comprato il motorino per il suo compleanno. E' ancora nel garage, ad aspettare che lui torni». Le sequenze del dramma, si succedono nel racconto dei genitori: le operazioni, l'intervento per togliere la milza spappolata, quello per suturare la rottura di una vena toracica probabilmente causata dalla sistemazione di un sondino. «Non voglio vendetta - sus¬ surra Rosa del Preite - voglio soltanto giustizia, perché desidero che quel che è accaduto a mio figlio non capiti ad altri ragazzi. Non so se ci sono colpe, se bisognava fare qualcosa che non è stato fatto. Se poteva salvarsi. Questo non lo so. Ma so che bisogna andare in fondo. Negli ultimi giorni sembrava persino che stesse meglio, ma qualcosa poi non ha funzionato. Il medico mi è sembrato preoccupato e poco prima che morisse sono andata a vederlo in rianimazione, l'ho salutato e lui non mi ha risposto». Raffaele era fortissimo - insiste la madre con orgoglio -. L'allenatore Rocco Fotia ci diceva sempre che nostro figlio era destinato ad una grande carriera. Aveva soltanto 14 anni, ma giocava come un claciatore di classe. E questo i suoi compagni lo sapevano: gli hanno mandato da Genova tanti biglietti, tanti messaggi. In uno hanno scritto: "Raffaele torna presto perché ci mancano la tua simpatia e soprattutto i tuoi gol"». [m. e] I compagni di squadra gli avevano scritto: «Ci servono i tuoi gol» Raffaele Damiano, 14 anni: giocava nella squadra giovanile della Sampdoria. E' morto dopo un'agonia durata due mesi

Persone citate: Carmine Tascone, Gaslini, Raffaele Damiano, Rocco Fotia, Rosa Del Preite

Luoghi citati: Frattamaggiore, Genova, Napoli