Baby-calciatore odissea di morte

Napoli, era stato colpito da un compagno di squadra della Samp Napoli, era stato colpito da un compagno di squadra della Samp Baby-calciatore, odissea di morte Stroncato dopo 9 interventi in due mesi NAPOLI. Aveva 14 anni e un sogno: diventare un calciatore vero, di quelli da serie A. Era bravo, con il pallone ci sapeva fare e la maglia di centravanti se l'era conquistata con talento e passione. Ma un banale incidente in campo ha spezzato ogni speranza. Una ginocchiata del portiere della sua squadra, l'emorragia interna diagnosticata troppo tardi, i trasferimenti da un ospedale all'altro, nove operazioni. E dopo un'agonia durata due mesi è morto senza aver neppure letto i biglietti dei compagni che gli scrivevano: «Torna, ci mancano la tua simpatia e i tuoi gol». Raffaele Damiano era un piccolo campione. Ma dietro la sua fine, forse non c'è solo un tragico scherzo del destino. La magistratura ha aperto un'inchiesta e i genitori non si rassegnano: «Vogliamo giustizia». Da Frattamaggiore, un paesone dell'entroterra di Napoli, si era trasferito in agosto a Genova per giocare nella squadra giovanile della Sampdoria. Un successo per quel ragazzino; un motivo d'orgoglio per il padre, Giovanni, autista dell'Azienda provinciale di trasporti, e per la madre, Rosa Del Preite. Nel capoluogo ligure, viveva in un convitto della società di calcio, seguito negli studi e nella preparazione sportiva. Sembrava una favola meravigliosa, poi l'incidente e la lunga odissea. E' il 18 dicembre, mancano pochi giorni alle vacanze di Natale. I Pulcini della Samp sono impegnati in una partita con una squadra di quartiere, il Ligorna, e Raffaele indossa come sempre la sua maglia con il numero 9. L'incontro, che si concluderà con la vittoria per 5-1 dei blucerchiati, si mette subito bene. Lui è tra i migliori, segna due volte, ci mette l'anima sotto lo sguardo compiaciuto dell'allenatore, Rocco Fotìa. Non si risparmia, corre purè in difesa. Manca una manciata di minuti, tra poco il fischio dell'arbitro manderà tutti negli spogliatoi. E' questione di un attimo, nel mezzo di un'azione, Raffaele si scontra con uno dei suoi, si accascia sul campo, colpito da una ginocchiata del portiere della sua stessa squadra. L'incontro finisce, lui si fa visitare prima all'ospedale San Martino e poi al Gaslini dove viene ricoverato. Dopo un paio di giorni, però, decide di tornare a casa: ai genitori racconta che l'ecografia cui è stato sottoposto ha dato esito negativo, che è stato dimesso. Ma il ragazzo non sta bene, ha dolori fortissimi, vomita. E la famiglia decide di portarlo all'ospedale di Frattamaggiore. Quando arriva in corsia, è già in atto una forte emorragia interna, provocata dalla rottura della milza, conseguenza dell'incidente in campo. Lo operano per asportargli l'organo, ma le sue condizioni non migliorano ed è necessario il trasferimento al Policlinico di Napoli. Anche lì, però, il quadro si complica. Il 7 gennaio Raffaele viene ricoverato al Cardarelli: ha uno choc emorragico che si estende al to- race e i medici lo sottopongono il 26 gennaio ad un altro intervento. Lui, però, continua a peggiorare, sopravvengono problemi polmonari, i chirurghi sono chiamati più volte ad impedire che la situazione precipiti. Il suo compleanno, il 1. febbraio, lo trascorre in sala di rianimazione. E il 15, l'ultima operazione. Sembra l'inizio della ripresa, i genitori notano lievi segni positivi. Ma dopo due mesi, quel ragazzo alto con il ciuffo sugli occhi e l'aria scanzonata, è stremato. Pesa appena trenta chili, ha subito nove interventi. Raffaele non ce la fa: la morte arriva ieri pomeriggio. Sulle cause della fine, la procura circondariale di Napoli ha aperto un'inchiesta: i magistrati hanno acquisito la cartella clinica e nelle prossime ore sarà disposta l'autopsia. E mentre gli inquirenti cercano di far luce su questa brutta storia, la Sampdoria fa sapere che subito dopo l'incidente con il portiere, Raffaele fu accompagnato all'ospedale per un controllo. La notizia della sua morte è accolta dalla società con dolore e sgomento. L'allenatore è sconvolto: «Era un bravo ragazzo, un grande giocatore». Mariella Cirillo

Persone citate: Cardarelli, Gaslini, Mariella Cirillo, Raffaele Damiano, Rocco Fotìa, Rosa Del Preite

Luoghi citati: Frattamaggiore, Genova, Napoli