Windsor assalto al Castello di F. Gal.

Windsor, assalto al Castello GRAN BRETAGNA Dimostranti contro polizia per la chiusura del sentiero nel parco Windsor, assalto al Castello Battaglia sotto la finestra della regina LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non e stato proprio un assalto alla Bastiglia, ma la polizia non ha voluto correre rischi. Per contenere seicento dimostranti, che in protesta contro una nuova legge a difesa della proprietà privata hanno invaso i terreni del castello di Windsor, sono stati spiegati 400 agenti e un'intera pattuglia a cavallo. E' finita con venti arresti, sotto l'attento occhio di una preoccupata Elisabetta che da una finestra ha seguito la scena, fra minacciose grida di «abbattete i ricchi» e la promessa che l'assalto si ripeterà. E tutto per un sentiero. Sono cose da Inghilterra. Fino a ieri la legge non poteva punire chi avesse violato i divieti di Palazzo e di polizia; ma nessuno avrebbe pensato di infrangerli. Ora che la legge sta per entrare in vigore, invece, una sessantina di persone hanno scavalcato il filo spinato entrando in una zona in cui nessuno - tranne i membri della famiglia reale - era amesso dal 1860, da quando la regina Vittoria aveva ottenuto il divieto adducendo motivi di sicurezza. Sarebbe tutto finito come una bella scampagnata all'inglese, sotto la pioggia, se il solito manipolo di teste calde non avesse tentato di farsi strada verso il castello di Windsor prendendo i poliziotti a sassate e a sprangate. E' intervenuta la cavalleria e per i dimostranti non c'è stato scampo. Eppure tutti avevano fatto i salti mortali per accomodare la manifestazione: un vertice fra i responsabili di Palazzo e i capi della polizia aveva deciso di non ostacolare i manifestanti, di lasciarli andare dove volevano, purché non ci fosse pericolo per la sovrana. I pesanti lucchetti dei cancelli erano stati aperti. La manifestazione era stata organizzata da un'associazione dal nome altisonante: Coalizione contro il Criminal Justice Act. L'Act in questione ò l'insieme di norme di diritto penale che i Comuni hanno faticosamente varato nei mesi scorsi. Fra le cose che esse sistemano una volta per tutte è il diritto al rispetto della proprietà privata: in Inghilterra, finora, non c'erano gli estremi della violazione di proprietà se non fosse stato arrecato danno. In futuro, invece, qualsiasi proprietario - e questo è molto importante per gli agricoltori eternamente ingaggiati in battaglie contro le invasioni di comunità migranti - può impedire l'accesso. Ecco perché i dimostranti hanno deciso di violare una delle proprietà più celebri. Sostenendo la necessità di riaprire al pubblico il sentiero, lungo quasi un miglio fra il Victoria Bridge e l'Albert Bridgi;, che percorre le sponde del Tamigi attraverso il parco di Windsor. Tanto più che l'anno prossimo sarà completa- to il grande sentiero nazionale del Tamigi, lungo l'intero corso del fiume, che comprende quel pezzo di sentiero fatto mettere sotto chiave dalla regina Vittoria. «Abbiamo il diritto di muoverci in campagna dovunque vogliamo senza essere arrestati o bloccati», sostenevano i cartelli. Ma non con la regina e i suoi pozzi di petrolio a poca distanza. La direzione dei parchi reali fa resistenza, nonostante il sentiero e il mito delle passeggiate turistiche, a cui tutto si piega. Questa volta le considerazioni di sicurezza prevalgono: il sentiero porta troppo vicino al castello, .semidistrutto nell'incendio di due anni fa e ora in corso di restauro, [f. gal.]

Persone citate: Justice, Victoria Bridge, Vittoria, Windsor

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra