La band della Camera a Sanremo di Stefania Miretti

La band della Camera a Sanremo La band della Camera a Sanremo Quaranta deputati canteranno all'Ariston LA MUSICA DELLA SECONDA REPUBBLICA SSANREMO UL serio: una quarantina tra onorevoli e senatori della seconda Repubblica, più un paio di eurodeputati, canteranno quest'anno al Festival di Sanremo: «abbandonando», annuncia il loro promoter discografico, «ogni schematismo ideologico di riferimento», e vincendo la naturale ritrosia. Capeggiati dal vicepresidente della Camera La Russa (An) nel molo che l'anno scorso fu di Merola con la «Squadra Italia», i deputati presenteranno un motivo intitolato «Cosa sarà». Il plagio dall'omonimo pezzo di Ron che nel 1979 fu il simbolo di una fortunata tournée di Dalla e De Gregori dev'essere senz'altro voluto: da «Banana Republic» alla Repubblica delle banane, voilà. Il testo («Cosa sarà che muove una canzone / cosa sarà che muove un'illusione / se hai visto il ciclo abbracciare il mare / se conti le stelle come me tutte le sere»), è nientemeno che di MigliacciDanè-Laurenti-Danè. I cantanti provengono da tutte le forze politiche, saranno vestiti allo stesso modo (par condicio), e secondo la produzione si esibiranno «molto spiritosamente» con una valigetta in mano: roba da restarci stecchiti. Sulla divisa c'è il massimo riserbo: il produttore Roberto Danè dice però che «potrebbe essere una via di mezzo tra il look di Forza Italia e quello di Rifondazione», ossia «una cosa del genere blazer blu e jeans». Ma al momento la sua massima preoccupazione è «trovare uno sponsor che ci fornisca le borse, che costano carissime». Il debutto del coro parlamentare ò annunciato per venerdì sera al «Dopo festival» (Raitre), ma voci romane danno per possibile una replica sabato sul palco dell'Ariston, in mondovisione. Diciamo a questo punto che a mettere insieme La Russa e il verde progressista Pecoraro Scanio, Luciano Ciocchetti del centro cristiano democratico e Luisa Todini di Forza Italia, il socialdemocratico Enrico Ferri, il pidiessino Valerio Calzolaio, Gabriella Pistone di Rifondazione, il leghista Corrado Peraboni, è una motivazione «benefica»: si tratta, anticipano gli organizzatori, «di raccogliere fondi destinati alla realizzazione di centri per giovani in difficoltà, ai quali insegnare un mestiere nel campo dell'artigianato». Il fatto che i deputati della Repubblica italiana, intendendo favorire l'artigianato e l'occupazione giovanile, vengano a cantare a Sanremo anziché restare a Roma a fare una legge, che sarebbe tra parentesi la ragione per la quale sono stati eletti e vengono generosamente stipendiati (altrimenti in Parlamento potremmo mandarci Toto Cutugno), lascia quanto meno dubitare della bontà dell'iniziativa. Il sindaco di Sanremo, il leghista Davide Oddo, noto burlone, si spinge oltre e addirittura dubita della notizia: «Non ci posso credere, è uno scherzo, voglio proprio sperare che si tratti di uno scherzo, altrimenti e la fine della politica italiana», dice, «e d'altronde troppi indizi lasciano supporre che si tratti di una panzana: ma come, cantano con una borsa in mano c sono in quaranta, come i ladroni?». Ma no, sindaco, non è uno scherzo. «Abbiamo fatto anche le prove», assicura l'onorevole Gio¬ vanna Briccarello (gruppo misto), «e comunque è un impegno assunto a fin di bene: nessuno di noi è un frequentatore di discoteche». Sì, è tutto vero: persino Pippo Baudo che annuncia: «Saranno presenti le onorevoli pin-up», persino la promessa che dopo Sanremo il coro nazionale ci rappresenterà «nello più importanti trasmis¬ sioni televisive» non escludendo neppure l'inserimento del brano in j una «compilation». Compreso il fatto chi! questa sera, all'hotel Vii- | la Pamphili di Roma, la band («Ignazio La Russa and his friends»?) si riunirà per provare: non solo la canzone, ma anche i passi di danza previsti dalla coreografia di Laura D'Angelo. Imbarazzo? Macché. L'onorevole Calzolaio (pds) ammetto di aver provato un iniziale disagio «all'i- I dea di esibirsi con quelli di An», ma l'ha superato «in nomo dcll'im- j pegno sulle tematiche dell'infanzia». «Mi sono limitato - puntualizza - ad aderire a una richiesta fattaci dalla Sacra Famiglia». Il verde progressista Alfonso Pecora¬ ro Scanio assicura che «di questa storia dulia valigetta e della divisa, una cazzata ai limiti della decenza, nessuno ci aveva informati, e io col cavolo che canto con la borsa». E la Briccarello, che non aveva deciso cosa mettersi: «Una divisa? Non ne so nulla, anche se mi toglierebbe un problema». Nasce anche un piccolo giallo sulla finalità benefica: «Veramente a noi hanno dotto che si trattava di raccogliere fondi poi- un bambino sardo che deve essere operato all'estero», dico Pecoraro Scanio. Il solito pasticcio all'italiana. Infatti nonostante il conturbante refrain della canzone («Prendi le mio mani / poi dammi le tue mani / è più facile il domani ' se viviamo a quattro mani») non si escludono franchi tiratori o rotture dolio schieramento. 11 primo ad annunciare la sua probabile defezione è fon. La Russa: «Ilo appena avuto un bambino e perciò forse; resterò a casa. Mi rondo conto si tratti di un'iniziativa un po' ai limili. Ma l'appoggio porche i Ccd m'hanno dotto che è una cosa seria». Stefania Miretti A sinistra- il vicepresidente della Camera Ignazio La Russa (di Alleanza nazionale). Sotto: il verde progressista Pecoraro Scanio e Luisa Todini di Forza Italia

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