In 8 milioni celebreranno Sant'Antonio

L'attrice racconta la sua vita e il suo nuovo programma in tv A Padova In 8 milioni celebreranno SanfAntonio PADOVA. Circa otto milioni. Tanti si prevede saranno i pellegrini in arrivo a Padova nei prossimi mesi, per le celebrazioni dell'ottavo centenario della nascita di Sant'Antonio. Il quale non era affatto «da Padova» (dove morì, nel 12311, ina di Lisbona. E non si chiamava Antonio, nome che assunse diventando confratello di San Francesco, bensì Fernando di Buglione, la stessa nobile famiglia che diede i natali al Goffredo delle Crociate. Questo spiega perché a presiedere l'avvìo delle celebrazioni, il 15 febbraio, sono intervenuti il cardinale di Lisbona, Antonio Ribeiro, e il sindaco della città, per la cerimonia di gemellaggio tra le due. Saranno otto milioni: più o meno il doppio dei devoli che la basilica del santo accoglie ogni anno, una media giornaliera di 11 mila fedeli, intenti a contemplare in preghiera la lingua del santo, incredibilmente incorrotta nei secoli e sfiorando con la mano, come ò antica abitudine popolare, il sarcofago con le reliquie. Un'indagine condotta di recente dai frati rivela che i devoti di Sant'Antonio, appartenenti a tutte le fasce e gli ambienti sociali, vengono da molto lontano: dalla Corea e dal Camerini, dall'Indocina e dal Vietnam e addirittura (260 i pellegrinaggi organizzali nel '941 dal Giappone. Quasi tutti leggono il «Messaggero», un ex bollettino parrocchiale ora diffuso in sei lingue (è imminente l'uscita dell'edizione in polacco) che in un secolo di vita ha raggiunto i tetto del milione di abbonati. Leggono e scrivono: sono oltre due milioni e mezzo le lettere arrivate alla basilica e al «Messaggero» in questi ultimi dieci anni. Per riflettere sul fenomeno si sono dati appuntamento a Padova nei giorni scorsi teologi e sociologi, in quella che era la prima di un'importante serie di iniziative avviate dai frali per sottolineare il centenario: il restauro della statua del Gattamelata di Donatello, il concerto dell'Orchestra della Scala in basilica 121 giugno), la mostra di venti capolavori pittorici e di un museo dedicato al santo. Dal convegno non poteva non emergere la contrapposizione tra i due momenti dell'esperienza religiosa: quello teologico e quello della «pietà popolare», di cui sono espressione visibile le processióni, le visite ai santuari, la raccolta degli ex voto, le immaginette e, non ultime, le adunate oceaniche dinanzi al Pontefice e la fiumana alla basilica del santo. Per Enzo Pace, sociologo delle religioni all'Università di Padova, sono espressioni di un «bisogno di sacro» ben radicato nell'individuo e nella società, di un'esigenza di cui sono altre; manifestazioni il gusto crescente per l'esoterismo, il settarismo e l'esotismo religioso. Dal canto suo, Luigi Sartori, già presidente dell'Associazione teologi italiani, non ha esitato a recitare il «mea culpa» di una Chiesa distaccata (se non ostile) dal fenomeno, auspicando un riavvicinamento a una religiosità che, per il solo fatto di essere «popolarci», non è da respingere tout court, ma da recuperare. Massimo Boccaletti

Persone citate: Antonio Ribeiro, Boccaletti, Buglione, Camerini, Enzo Pace, Luigi Sartori

Luoghi citati: Corea, Giappone, Lisbona, Padova, Vietnam