Il campus espelle i libri di Gabriele Beccaria

California, per la prima volta un ateneo abolisce la biblioteca California, per la prima volta un ateneo abolisce la biblioteca Il campus espelle i libri «Grazie a Internet non servono più» WASHINGTON. La California State University ha deciso di uccidere i libri. Nel campus di Monlerey Bay (Vasco di inaugurazione ci sono dormitori, aule e laboratori, ma non c'è la biblioteca. «Perché sprecare chilometri di scaffali e tonnellate di carta?», si giustifica il «supervisor» del progetto, Harry Munitz, lodando le virtù dolio autostrade informatiche che hanno rivoluzionato la trasmissione del sapere. D'ora in poi, le parole, le immagini e le idee navigheranno liberamente nel cyberspazio a cui l'università si è collegata, «Oggi una biblioteca non ha più senso», ha dichiarato Munitz a «Newsweek»: tutte le informazioni necessarie per lo studio e por la ricerca sono ormai a portala di modem. Libri, dispense, riviste e tesi sono stati riversati in innumerevoli archivi elettronici e lanciati in una corsa senza fine lungo le ragnatele dei network. Agli iscritti toccherà acchiappare i frammenti di conoscenza in circolazione e rimetterli insieme secondo le istruzioni ricevute e la creatività personale. E' la fine degli sludenti-topi-di-biblioteca e l'alba degli studenti-internatiti. Invece che immergersi nelle foi si e delle pagine, dovranno cavalcare le onde della virtualità. 11 termine-feticcio che ha rivoluzionato la California State University è Internet, tre sillabe che fanno impazzire i pionieri della frontièra immateriale. Basta un clic e si spalanca una vertigine dove gli unici libri ancora necessari restano le guide con le istruzioni d'accesso alla «reto delle reli». Alle sue seduzioni stanno cedendo i «college» d'America: uno a uno seguono l'esempio che arriva da Monlerey Bay. Gli studenti della Stanford University utilizzano un «agorà informatico» in cui confrontano compiti e relazioni prima di sottoporli ai professori. La University of Pennsylvania sta attrezzando ogni cameretta dei suoi dormitori con spine per Internet e per la cabletv. La Carnegie Mellon University organizza lezioni interattive via video «just in timo». Sui network gli accademici d'America fanno circolare informazioni, istruzioni e avvisi, utilizzando il cyberspazio come una volta si ricorreva alla bacheca e alla lavagna, mentre le vecchie aule si sono mutate in laboratori per «work-station», poco importa se la materia insegnata è biologia molecolare, architettura contemporanea o storia della civiltà occidentale. 1 compiti sono diventati eventi multimediali che prevedono stampati-laser, dischetti e videocassette. L'informatizzazione procede a tappe forzate, tanto che un numero sempre maggiore di università Usa impone, tra le condizioni di iscrizione, quella del possesso di un «pc». Il network è dappertutto, mormorano nei campus. «li' come l'aria». Non si vede e non si tocca, ma satura ogni spazio, regalando agli intellettuali vita e futuro. O ci si cabla o ci si estingue. Gabriele Beccaria Per le università americane si preannuncia un futuro senza biblioteche

Persone citate: Carnegie, Harry Munitz, Libri, Mellon, Stanford

Luoghi citati: America, California, Pennsylvania, Usa, Washington