L'Atomica brucia il flirt Israele-Egitto di Foto Hfutek

Il Cairo chiede ai vicini di aderire al Trattato di non proliferazione. Gerusalemme: impossibile Il Cairo chiede ai vicini di aderire al Trattato di non proliferazione. Gerusalemme: impossibile L'Atomica brucia il flirt Israele-Egitto E si profila la rottura con Arafat TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Le relazioni fra Israele ed Egitto attraversano in queste settimane la crisi più grave negli ultimi 13 anni (cioè dall'invasione israeliana del Libano) per il rifiuto dello stato ebraico di sottoscrivere il Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari (NPT), fintanto che la sua esistenza è minacciata dai Paesi arabi radicali. In un burrascoso incontro sabato a Parigi con Shimon Peres, il ministro egiziano degli Esteri Amr Mussa è tornato a chiedere l'adesione di Israele all'NPT sostenendo che altrimenti l'intero processo di pace in Medio Oriente rischia di crollare. Dal Cairo un dirigente dell'Olp, Jamal al-Surani, ha ieri aggiunto che il Comitato esecutivo dell'organizzazione palestinese si accinge a riesaminare l'andamento delle trattive con Israele mentre Mohammed Sobeih ha consigliato ad Arafat di tornare a Tunisi «vista l'intransigenza degli israeliani». «E' stato un colloquio molto teso» ha riferito Peres al governo israeliano. «I contrasti con l'Egitto sono rimasti inalterati». Fra alcuni giorni, Peres tornerà a incontrarsi con Hosni Mubarak. Gli esperti nucleari occidentali concordano nel ritenere che Israele disponga di almeno 200 testate atomiche e seguono con grande interesse le attività degli stabilimenti di Beer Yaakov, Kfar Zecharya e Tel Nof. Ma, tradizionalmente, i governi israeliani si sono sempre limitati ad assicurare che 10 stato ebraico «non sarà il primo ad introdurre armamenti nucleari nel Medio Oriente»: una formula ambigua concepita come deterrente per i vicini più radicali. Secondo Peres il nuovo Medio Oriente è un palazzo a due piani: il primo è rappresentato dagli accordi politici fra Israele e i suoi vicini, mentre il secondo è quello del disarmo dai mezzi di distruzione di massa. «Solo una volta edificato 11 primo piano, si potrà salire al secondo» ha detto Peres a Mussa, senza persuaderlo. Peres ha ricor- dato che Paesi come l'Iran predicano la distruzione dello Stato ebraico e che Teheran sta lavorando alla costruzione di 4 reattori nucleari. Ha aggiunto che l'NPT assicura il controllo, bene o male, solo sul 20 per cento del plutonio esistente al mondo: con quello che resta si possono produrre migliaia di bombe atomiche. In queste condizioni di incertezza, «Israele non se la sente di svelare i suoi segreti ai quattro venti». Ma per il Cairo resta comunque inaccettabile che Israele pretenda di restare l'unico Paese nucleare della regione: «Non chiediamo il suo disarmo, ma vogliamo sapere cosa avviene nei suoi impianti nucleari», ha detto Mussa. Intanto anche le relazioni fra Israele e l'Autorità palestinese so- no sottoposte a una dura prova, mentre resta bloccata la realizzazione della seconda fase degli accordi: ossia, l'estensione dell'autonomia alla Cisgiordania e l'indizione di elezioni nei Territori. La settimana scorsa Israele ha offerto al presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat di assumere il controllo degli affari municipali nella città cisgiordana di Jenin (30 mila abitanti). Arafat dapprima ha pensato a uno scherzo: «Ma io cosa sono, un sindaco ?» ha chiesto venerdì in una moschea di Gaza. Poi, dopo un incontro a Parigi con , Peres, ha legger¬ mente cambiato avviso: «Se l'offerta rientra nel contesto di un graduale e prestabilito trasferimento dei poteri in Cisgiordania - ha detto - può essere presa in considerazione», ma i palestinesi continuano a insistere per un riassestamento dell'esercito israeliano fuori dai centri urbani della Cisgiordania. Intanto a Gaza si continua a morire: un ragazzo di 17 anni, Yussuf Abu Amsha, è stato ucciso da una pattuglia dell'esercito presso l'insediamento di Dughit, nel Nord della Striscia: cercava di infiltrarsi in Israele, hanno spiegato fonti militari israeliane. Niente affatto, hanno replicato testimoni palestinesi, stava cercando qualcosa in un immondezzazio quando ha visto i soldati ed è scappato. C'è viva tensione anche nel Libano del Sud dopo che sabato un soldato israeliano ò stato ucciso dallo scoppio di un ordigno deposto da guerriglieri filo-iraniani. L'aviazione israeliana ha replicato ieri con un duro bombardamento su installazioni della guerriglia nel Libano meridionale. Aldo Baquis Un burrascoso colloquio fra Peres e il collega Amr Mussa «Finché siamo circondati da Paesi ostili non firmeremo» Balladur e Peres ascoltano Arafat (che appare sullo schermo alle loro spalle). Nell'altra foto una donna palestinese a un posto di blocco presso Gerusalemme [FOTO HFUTEK]