«Rischiano la morte 280 levrieri»

Blitz della polizia chiude il cinodromo di Napoli Inchiesta anticamorra. 1 titolari: «Senza gare non possiamo più comprare il cibo» «Rischiano la morte 280 levrieri» Blitz della polizia chiude il cinodromo di Napoli NAPOLI. Se potessero parlare, forse la racconterebbero così: «Come si sentirebbe, lei, se fosse costretto a inseguire ogni giorno per ore una lepre finta? Sì, sappiamo che si tratta di un pupazzo: siamo cani, noi, mica deficienti. Vuole sapere perché facciamo la parte dei cretini? Semplice: corriamo per la pagnotta, o meglio per un pugno di carne macinata. E ora non vogliono darci nemmeno più quella». Tempi duri per i 280 levieri del cinodromo di Napoli, da due giorni senza lavoro e fra 48 ore senza nemmeno più cibo. Almeno così dice l'amministratrice Immacolata Fucci che, dopo una visita della polizia e la chiusura della pista per irregolarità amministrative, minaccia di tagliare i viveri ai corridori a quattro zampe: «I cani mi costano 13 milioni al mese. Dove li trovo tutti i soldi se non mi lasciano lavorare? Fra un paio di giorni quelle povere bestie saranno ridotte alla fame». Ma gli animalisti non ci cascano. Si schiera al fianco dei levrieri disoccupati Mirella De Simone, rappresentante della lega antivivisezionista campana: «E' un ricatto bell'e buono giocato sulla pelle di esseri indifesi. La signora Fucci si è procurata i cani per guadagnarci su? E allora pensi a mantenerli nel modo migliore se vuole evitare una bella denuncia». E aggiunge che la sua associazione si è occupata già in passato del cinodromo: «Le bestiole sono maltrattate. Devono vivere con la museruola per evitare che si mordano a vicenda. Sono animali stressati sulla cui pelle si sviluppa un giro vorticoso di scommesse. Abbiamo allertato più volte la Usi e il Comune che, però, non hanno fatto nulla». A chiudere le piste ci ha pensato la polizia. Il cinodromo funzionava a pieno regime nonostante uno sciopero dei dipendenti per una vertenza che dura da mesi. Come? Nel modo più semplice: i giudici di gara, gli organizzatori delle corse e gli addetti alla manutenzione erano stati reclutati fra i familiari e gli amici dei titolari. I poliziotti hanno preso nota. La decisione di mettere i sigilli, però, la questura l'ha presa più tardi, quando gli agenti hanno voluto dare un'occhiata alle licenze: non ce n'era neanche una. Ma i levrieri rischiano il posto e il pasto per motivi assai più gravi. Sul cinodromo di Napoli, infatti, è in corso un'altra inchiesta giudiziaria che fra breve potrebbe riservare sorprese inquietanti. Le indagini riguardano una torbida storia di scommesse clandestine, traffici di droga e di armi, estorsioni, riciclaggio di soldi sporchi, perfino corruzione di alcuni poliziotti: un business miliardario messo in piedi dalla camorra e in cui, stando alle parole di un pentito della mala vesuviana, i titolari del cinodromo comparirebbero per ora nel ruolo scomodo delle vittime. If. m.]

Persone citate: Fucci, Mirella De Simone

Luoghi citati: Napoli