Treu: dobbiamo farcela di Stefano Lepri

Treu; dobbiamo farcela IL MINISTRO E LA PREVIDENZA Treu; dobbiamo farcela «Ma se si vota l'accordo può saltare» LA missione del professor Treu a qualcuno sembra impossibile: la manovra-bis - si dice - il governo riuscirà a farla passare perché altrimenti si rischia la crisi finanziaria, ma la riforma della previdenza no. A ogni accenno di interventi di qua si grida allo scippo, di là all'esproprio: le rincorse demagogiche sono troppo facili. «No - risponde il ministro del Lavoro -, le difficoltà ci sono, ma non ce ne sono più di prima. Tanto per cominciare, i sindacati non hanno rinnegato l'intesa del 1° dicembre» (ndr: quella che chiuse le ostilità con il governo Berlusconi). Davvero? Ad alcuni osservatori è parso di sì. «Al di là delle normali schermaglie mi pare di no. Nel documento Cgil-Cisl-Uil ci sono alcune ambiguità, ma dai miei sondaggi non ho l'impressione di passi indietro. Ci sono invece dei fattori di disturbo esterno, come il referendum sulle quote sindacali. Questo spie- ga come mai la mia istruttoria vada un poco a rilento». Ma per dare credibilità al governo, e alla lira, non è meglio fare più in fretta che si può? «Certo, nel governo avevamo ipotizzato di varare insieme riforma delle pensioni e manovra-bis. Se ci fosse stato un po' più di tempo forse ci saremmo riusciti. Non è un segnale così negativo: nell'incontro tra presidente del Consiglio e sindacati, a metà settimana, riusciremo comunque a dare una vi¬ sione delle misure strutturali». Dini promette misure strutturali e permanenti, non i soliti tappabuchi. Ma nel caso delle pensioni un accordo sulla riforma strutturale sembra proprio lontano. «Al contrario. Sulle misure strutturali di medio periodo c'è ormai un vasto consenso. La difficoltà vera ce l'abbiamo sul regime transitorio. Dobbiamo riuscire a "traghettare" un milione e rotti di lavoratori entrati in fabbrica molto giovani e che si aspettano una pensione di anzianità. Si dovrà stabilire in che misura saranno loro a dover affrontare qualche rinuncia, e in che misura la tutela delle loro aspettative sarà pagata dal resto della collettività». Non si finirà per l'appunto ai tappabuchi, tipo spostare il mese di pagamento del bimestre di pensione, in modo da far slittare un bel po' di miliardi dal bilancio '95 al '96? «Se non si raggiungerà l'accordo, si dovranno bloccare le pensioni di anzianità. Cgil, Cisl e Uil sanno qual è la situazione della previdenza; se non fanno un accordo con noi lo dovranno fare con un altro governo. E, come ha detto Dini, la riforma più tardi si fa più costa. Credo però che occorra rimuovere l'ostacolo esterno del referendum sulle quote sindacali. C'è questo progetto di legge in Commissione al Senato, a cui proporrò alcuni emendamenti». Tutti qua gli ostacoli? «Se parliamo di ostacoli, ne vedo l'orse più dal lato del lavoro autonomo. Si è parlato di "scippo" di fronte a una ipotesi di aumento dei contributi, perché le gestioni degli artigiani e dei commercianti sono in equilibrio. Ma tra pochi anni non lo saranno più, e chiederanno aiuto allo Stato. Queste gestioni hanno un rendimento pensionistico alto: pagano abbastanza poco di contributi, ma ottengono relativamente di più come pensioni. Perciò, o si tagliano i rendimenti, o si alzano i contributi». Dice l'Inps che tra 3 o 4 anni vanno in deficit e tra 7 o 8 si sono mangiate le riserve. Ma tutti vogliono che i sacrifici li facciano altri. Se si voterà a giugno... «Ah, certo, se saremo già in campagna elettorale una riforma delle pensioni in Parlamento non potrà passare». Stefano Lepri «Senza un'intesa tornerà il blocco delle anzianità» li ministro del Lavoro Tiziano Treu

Persone citate: Berlusconi, Dini, Tiziano Treu, Treu