Amnistia un coro di no

Buttiglione la propone per Tangentopoli, con Di Pietro ministro Buttiglione la propone per Tangentopoli, con Di Pietro ministro Amnistia, un coro di no Ma Previti: se ne può discutere ROMA. Dice Hocco Buttigliene, segretario del partito popolare, in una conferenza a New York: «Non possiamo mandare in Carcere tutti ciucili che per pagarsi i costi della politica hanno ottenuto danaro per vie illegali. Ci vuole un'amnistia, l.a legge dovrebbe l'aria Antonio Di Pietro, come ministro della Giustizia». La dichiarazione arriva ili Italia e apre un dibattilo vivace, pur culti versi un po' strano: vi si mescolano passióni politiche, argomentazioni giuridiche, prudenze tattiche, sospetti. Parla Gherardo Colombo, pm del pool Mani Pulite di Milano, e dice: «Sono contrario da sempre a un'amnistia perché non consentirebbe di scoprire più nulla. Certo, dipende dalle proporzioni; ma un'amnistia che coprisse i reati di corruzione, concussione e finanziamento illecito non permetterebbe di portai e «Ila lueu gli illeciti nei rapporti tra pubblica animili isl razione e cittadino, e lascerebbe in mano a chi non e stato scoperto anni formidabili di ricatto. Por conto mio, sono fermo alle mie proposte di tre anni fa». Gherardo in Tangentopoli rap- presenta l'accusa. Per la difesa parla il professor Carlo Taormina: «Pi il che di leggi nuove c'è bisogno di giudici che le applichino correttamente. So fosse così, scopriremmo che molte ipotesi di finanziamento illecito sono state invece configurate come corruzione o concussione. Certo, se i magistrati avessero fatto meglio il loro mestiere ci ritroveremmo con moltissimi casi di finanziamento illecito e con pochi casi di corruzione e concussione. A quel punto l'amnistia proposta da Buttiglione, che interessa solo il finanziamento illecito, risolverebbe sul serio il problema. Ma le coso, purtroppo, non stanno così». Lo opinioni dei politici sono raccolto dall'agenzia AdnKronos o si rivelano molto variegato. Nel pds i pareri non sono concordi. Luciano Violante: «Pensare a un'amnistia è inutile e tardivo. Forse poteva avere un senso due anni fa, ma oggi sarebbe più utile varare una legge che preveda, ol¬ tre alla non eleggibilità dei condannati di Tangentopoli, anche che restituiscano il maltolto. Per il futuro penso alla creazione di un'authority che abbia una funzione amministrativa preventiva». Piero Fassino: «Tutti i grandi cambiamenti e le rivoluzioni sono accompagnati da provvedimenti come le amnistie. Occorre però seguire il principio che chi amnistia sia diverso da chi deve essere amnistiato)). Pietro Polena: «E' un modo propagandistico di proporre scorciatoie generalizzate e indiscriminate, che dovrebbero trovare la loro legittimazione morale nella firma di un guardasigilli come il dott. Di Pieiro». Ignazio La Russa, An: «Un'am¬ nistia gestita da Di Pietro guardasigilli? La proposta di Buttiglione ricorda il più vecchio stile democristiano: far fare ad altri una cosa che non si ha il coraggio di fare direttamente. Io credo che le due cose non debbano legarsi: se si pensa che Di Pietro deve fare il guardasigilli, questo deve essere scollegato da un'amnistia per Tangentopoli, così come se si vuol trovare una soluzione a Mani pulite, questa non devo per forza passare per Di Pietro ministro della Giustizia. Tornando a Di Pietro ho sempre sostenuto che dovrebbe svolgere un ruolo istituzionale. Resto convinto che possa essere uno dei costruttori della Seconda Repubblica». Alfredo Biondi, già ministro della Giustizia nel governo Berlusconi: «L'amnistia è sempre una rinuncia. Credo che lo Stato debba trovare delle formule di giustizia, io le avevo proposte, per evitare che vi sia un incrudelimento e nello stesso tempo la dimenticanza del delitto che è sempre un fatto grave». Cesare Previti, Forza Italia: «Se ne può discutere. Da tempo affermo che occorre trovare una soluzione a Tangentopoli». Curiosa la replica della Lega dei socialisti, un gruppo lombardo che afferma di far riferimento a Craxi: «L'amnistia è una scorciatoia por deviare dalla via maestra dove ancora potrebbero incontrarsi uomini e grappi nel mondo istituzionale, politico ed economico, passati miracolosamente illesi nella bufera di questi anni. Si ha l'impressione che qualche vecchio scheletro finito in qualche prestigioso armadio si stia affannando per tirare la giacca a Buttiglione». Ir. i.l

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