«Par condicio» a Sanremo di Lilli Gruber

Santoro e Liguori al Festival di Cuore «Par condicio» a Sanremo Santoro e Liguori al Festival di Cuore SATIRA E CANZONI SARA' «Par condicio» la colonna sonora dell'estate 95? Cosi assicura «Cuore», che questa settimana pubblica in esclusiva le canzoni satiriche del «contro-Sanremo». Era i falsi d'autore, brani di Bobbio, Ceronetti, Alberoni, Levi Montalcini. E quello che, appunto, irride la pari opportunità televisiva, dove Michele Santoro gorgheggia in tenuta messicana con Paolo Liguori: «Ma il nuovo è arrivato/i tempi son maturi/ mai più un artificio/via da questo maleficio/lo diceva anche Confucio/ora e sempre par condicio». Testi di Gaber (Giorgio), musiche di Gruber (Lilli), il ritmo è quello di «One for me one foryou». «Esclusa - scrive il settimanale di Sabelli Fioretti - perché mancava il visto da San Patrignano». Allora ò proprio vero: quest'anno il Festivalone fa tendenza, e la sinistra radicai chic non lo snobba più, come esempio della odiata non cultura nazional popolare. Tanto che Franco Recanatesi sul «Venerdì di Repubblica» scrive forte e chiaro «Viva il Festival». Tanto che i «ragazzi di Raitre» Serena Dandini e Fabio Fazio, hanno accettato di presentare il controFestival, al grido di «Sanremo è la Nashville italiana». E proprio «ragazza di Nashville» ò definita Levi Montalcini, che con fiocco in testa attacca ardita il suo «Tre provette sul comò» (di Zichichi, Poppins Mary, Zanicchi): «Desossiribonucleico-Chespiralidoso/acido fantastico dal suono prodigioso/se lo dici in fretta sembrerai uno studioso...». Esclusa perché «presenta tracce di intelligenza». Escluso «perché la parte di Montanelli è sembrata troppo sbilanciata a sinistra» anche «Nasi tura¬ ti», firmato Alzheimer-Parkinson, interpretato da Serra su carrozzella da invalido e Montanelli vestito da pilota della Raf. I «Simon e Garfunkel dell'opinione» duettano incuranti: «Eccoci qui, noi re del commento/è il nostro momento/Ieri nemici ed oggi amiconi/tutto per merito di Berlusconi». Bobbio fa addirittura il verso a Jovanotti in «Io penso neo-positivo», rap «escluso perché accenna a personaggi come Craxi e D'Alema, ormai da tempo fuori gioco». «Sbarre» (di Pintor, Lolli, Parlato) sogna alla ribalta del Palafiori Rossana Rossanda: «Era dai tempi di "Il mio nome è Donna Rosa" che l'Edith Piaf del manifesto non tentava la scalata alle classifiche». Alberoni sembra tutto Don Lurio in «Franza o Spagna» di «Jeannette» Alberoni e Jean Claude Van Damme: «Amore fa rima con cuore/lasciarsi vuol dire soffrire/le corna ti danno un dolore/che ci mette molto a svanire». La musica è «una rumba indiavolata fra rimborsi spese, gettoni di presenza e marchette a due piazze: esclusa perché lo scrittore pretendeva lettura del libro della moglie». E' in divisa militare e basco da poeta francese Ceronetti, definito «esuberante poligrafo subalpino»: la sua ballata «Moriremo tutti» di Ceronetti-Endrigo-Lugosi (Bela) non è ammessa «nonostante il clima carnascialesco e spensierato» con strofe del tipo «Morrà la carne, putrida zavorra, o pattume cruento, o catacomba, senza Dio né ragione». Peccato che nessuna orchestra disponesse «di uno xilofono di ossa umane». Non manca nell'autorevole sfilata di volti, voci e pensieri, il «reggae» di S. Agostino Santercole, protagonista il Cardinal Martini con cilidro alla Fred Astaire: titolo «Attualità del pensiero di Jacques Maritain». Ritornello «Allora get up boy/get up boy/mistica e tomistica dell'autonomia». Con l'ausilio, spiega «Cuore» «dell'autorevole critico di TV Sorrisi e Sermoni». Esclusa, ahimè, perché accusata di plagio da Fra Giuseppe Cionfoli. Ma il giorno è venuto, il gong è suonato: ora e sempre «par condicio». [r. sii.] La giornalista della Rai Lilli Gruber

Luoghi citati: Nashville, Sanremo, Spagna