«Separata e fedele? E' un ricatto»

Coro di no al tribunale di Perugia. Monsignor Albanesi: gli alimenti sono un diritto Coro di no al tribunale di Perugia. Monsignor Albanesi: gli alimenti sono un diritto «Separata e fedele? W un ricatto» «Sentenza che offende le donne» ROMA. Una valanga di reazioni, per lo più indignate, anche se non mancano i consensi, sulla sentenza del tribunale di Perugia che ha acconsentito al finanziere Dino De Megni di diminuire gli «alimenti» alla moglie dalla quale è separalo, in quanto lei avrebbe intrecciato una relazione con un altro uomo. Persino un sacerdote insorge contro i magistrati: «Il diritto agli assegni di mantenimento non può essere negato se il coniuge beneficiario ha una relazione con un'altra persona», ha dichiarato monsignor Vinicio Albanesi, presidente del Tribunale Piceno della Sacra Rota. Meno «aperto» il giudizio dell'ufficio matrimoni del Vicariato di Roma, che plaude alla decisione dei giudici di Parugia: «Penso - dice monsignor Virgilio La Rosa - che stia riemergendo anche in questo terreno la cultura della responsabi- lilà». Sul fronte laico, i pareri paiono più unanimi. «Non bastavano gli uomini da soli a istituire la deplorevole abitudine di non pagare gli assegni alle mogli separate ma ora, ci si mette pure la magistratura. Questo è un classico esempio di violenza economica», commenta Giuliana Dal Pozzo del «Telefono Rosa», e aggiunge: «Si tratta di un ricatto odioso. Per fame, la donna separata non deve andare a letto con un altro uomo». Secondo Dal Pozzo, «quello della magistratura è un comportamento assurdo: al "Tele- fono Rosa" riceviamo continue segnalazioni di donne che non ricevono l'assegno dal marito. Gli uomini pagano il primo mese, forse il secondo, ma non arrivano al terzo. E ora, ci si mette pure la magistratura...». Indignato il penalista Nino Marazzita: «L'obbligo di fedeltà sottinteso da questa sentenza - dice - mi pare una follia totale, da cui emergono una concezione arcaica della famiglia e una visione del rapporto di coppia che attribuisce tutti gli obblighi alla donna. Una logica del genere, che ci fa tornare indietro di molti anni, bisognerebbe allora applicarla anche agli uomini, visto che il terzo articolo della Costituzione sancisce l'uguaglianza dei sessi». Secondo l'avvocatessa Tina Lagostena Bassi «questa sentenza è a dir poco stravagante». La separa- zione, ricorda, «sancisce sia la fine dell'unione matrimoniale, sia la fine del rapporto tra i partner». Inoltre, l'infedeltà «non viene considerata come addebito nemmeno in costanza di matrimonio». Quanto ai legali della signora Rossetti, affermano che andranno fino in fondo perchè, pur condividendo lo spirito della sentenza, in questo caso non c'erano i presupposti, [r. cri.] In basso Dino De Megni a destra la penalista Tina Lagostena Bassi

Persone citate: Dal Pozzo, Dino De Megni, Giuliana Dal Pozzo, Nino Marazzita, Rossetti, Tina Lagostena, Vinicio Albanesi

Luoghi citati: Perugia, Roma