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Mexico City, in cinquantamila tornano in piazza: viva Marcus AMERICA LATINA Gli zapatisti: l'esercito si ritiri e tratteremo Mexico City, in cinquantamila tornano in piazza: viva Marcus CITTA' DEL MESSICO. Cinquantamila filozapatisti hanno manifestato per protestare contro la politica del governo nello Stato del Chiapas. Al grido di «Siamo tutti indios», «Il Chiapas non è una caserma», «Siamo tutti con Marcos», i manifestanti, che rispondevano all'appello di organizzazioni contadine e della gioventù, hanno percorso le vie del centro della capitale, chiedendo le dimissioni del presidente Ernesto Zedillo. Zedillo ha bloccato l'avanzata dei soldati nelle zone dove si ritiene siano asserragliati gli zapatisti e sta per presentare al Parlamento una proposta di legge per l'amnistia dei guerriglieri «che depongano le armi». Dopo una settimana che ha visto Zedillo prima ordinare e poi sospendere sia la «normalizzazione» dello Stato sudorientale del Chiapas - dove ha destituito il controverso governatore Eduardo Robledo - che la cattura del «subcomandante Marcos», l'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) ha condizionato la ripresa del dialogo con il governo al ritiro dei 2500 soldati inviati in «territorio ribelle», alla liberazione dei prigionieri di guerra e all'annullamento dei mandati di cattura contro i leader zapatisti. «Non può dialogare chi viene braccato», ha dichiarato la portavoce dell'Ezln, «maggiore Ana Maria», durante un incontro con la stampa negli Altos de Chiapas. Ore prima, il ministro degli Interni, Esteban Moctezuma, aveva annunciato che «non esiste più alcuna porzione di territorio messicano in mano ad una forza diversa da quelle legittimamente riconosciute nella nazione». I 2000 guerriglieri zapatisti insorti contro le autorità centrali il Capodanno del '94 sono infatti «spariti» nella selva Lacandona, giungla impenetrabile al confine con il Guatemala. (Ansa)