Somalia Aidid fa le prove anti-sbarco di E. St.

In tremila gridano: «Trascineremo altri cadaveri di soldati americani per le strade» CORKO D'AFRICA In tremila gridano: «Trascineremo altri cadaveri di soldati americani per le strade» Somalia, Aidid fa le prove miti-sbarco Manifestazione contro i marines, bloccato l'aeroporto MOGADISCIO. Il ritiro delle Nazioni Unite dalla Somalia ha fatto registrare ieri i suoi primi due incidenti allarmanti: una manifestazione che per due ore ha bloccato l'aeroporto della capitale e una dimostrazione antimarines dei seguaci del generale Aidid, conclusesi comunque senza gravi conseguenze. Intorno alle 10,30, un centinaio di manifestanti somali ex dipendenti della missione Unosom (operazione delle Nazioni Unite in Somalia) ha eretto una barricata e bloccato la pista di decollo dell'aeroporto di Mogadiscio, impedendo la partenza ad un Boeing 747 con a bordo 475 Caschi blu pakistani in procinto di essere rimpatriati. La manifestazione, che ha messo in stato di allerta tutti gli effettivi dell'Unosom e della task force internazionale per il rimpatrio «United Shield», è stata dispersa dall'intervento di una colonna blindata pakistana. I manifestanti dell'aeroporto sostenevano di avere lavorato per l'Unosom e chiedevano il saldo delle loro prestazioni e una «buonuscita» per compensare la perdita dei posti di lavoro. Dopo lo sgombero, funzionari Unosom e capi tradizionali somali hanno avviato negoziati sulle richieste dei dipendenti licenziati, le cui retribuzioni rappresentavano per l'Onu un costo giornaliero di un milione di dollari (circa 1,6 miliardi di lire). L'Unosom ha deciso di concedere la paga ai somali fino al termine del mese, nonostante il rapporto di lavoro si sia interrotto ieri. Nelle stesse ore, circa tremila seguaci dell'Alleanza nazionale somala (Sna) del generale Mohammed Farah Aidid hanno dato vita a Mogadiscio Sud all'ennesima dimostrazione contro l'Onu e contro gli Stati Uniti, dimostrazione nel corso della quale alcuni esponenti dell'Sna hanno minacciato attacchi contro i 2500 marines prossimi a sbarcare nella capitale per proteggere l'evacuazione dei Caschi blu. In particolare, uno degli oratori ha detto che cadaveri di militari Usa potrebbero essere nuovamente trascinati per le strade di Mogadiscio (come avvenne nell'ottobre '93) qualora i marines non dovessero limitarsi a proteggere il ritiro dei Caschi blu. Il ritiro dell'Onu dalla Somalia - che porrà fine ad un intervento inaugurato 1*8 dicembre 1992 con lo sbarco americano dell'operazione «Restore Hope» - dovrebbe essere completato entro il 6 marzo, con tre settimane di anticipo sulla data del 31 marzo fissata dal Consiglio di sicurezza. La contesa tra i leader di Mogadiscio Nord (Ali Madhi) e Mogadiscio Sud (Aidid) sul controllo dei due punti strategici della capitale somala, il porto e l'aeroporto, dopo la partenza delle truppe dell'Onu registra intanto la nomina avvenuta ieri di nuovi componenti di una commissione composta da sei rappresentanti di ciascuno dei due gruppi. Nelle scorse settimane una precedente commissione aveva fallito le trattative. La disputa aveva già provocato tensioni all'interno della formazione capeggiata da Aidid, dalla quale nelle settimane scorse si sarebbe distaccato un importante finanziatore e collaboratore del generale, l'uomo d'affari Osman Ato. Lo stesso Ato aveva reso noto che Aidid non intendeva dividere con altri il controllo e gli incassi delle attività portuali e aeroportuali, considerando le due strutture nel territorio di Mogadiscio Sud, di sua competenza. Forti sono i timori che se non si troverà un accordo tra i contendenti - ma la nuova commissione dovrebbe consentire il raggiungimento di un'intesa - si sviluppino conflitti che possono sfociare in una nuova guerra. A Mogadiscio, intanto, ieri pomeriggio un somalo è stato ucciso di fronte all'ingresso dell'albergo Al Sahafi, quartier generale dei giornalisti stranieri in Somalia. L'uomo sedeva sui gradini di una casa a piano terra che ospita un ufficio di cambio. A quanto si è saputo ad ucciderlo è stato un altro somalo armato di Kalashnikov che è passato davanti a lui a piedi. Dopo avergli sparato contro, è fuggito e nessuno è riuscito a fermarlo. Ancora oscuri i motivi dell'omicidio, ma si pensa a contrasti di interessi tra somali appartenenti a famiglie diverse. [e. st.]

Persone citate: Aidid, Ali Madhi, Mohammed Farah, Osman Ato, Shield