Si ferma la ricerca pura di Piero Bianucci

I Si ferma la ricerca pura Due mesi di blocco, danni per miliardi LA FABBRICA DEI NOBEL I L sabotaggio al Cern - il primo dalla fondazione, che risale a più di trent'anni fa - è inquietante proprio per le caratteristiche di questo contro di ricerca sulle particelle nucleari che riunisce gli sforzi intellettuali ed economici dei Paesi europei. Il Cern è infatti un laboratorio che ha come unico fine la ricerca pura. Gli esperimenti che ospita non hanno alcuna applicazione immediata, vengono progettati e realizzati esclusivamente por il progresso della conoscenza in fisica fondamentale. Mentre si può in qualche modo capire il sabotaggio in un laboratorio con finalità militari o industriali, diventa invece difficilmente interpretabile l'attacco a un laboratorio come il Cern. La parola sabotaggio ò adeguata per definire ciò che ò successo. Più adeguata che la parola furto, in quanto, nonostante l'alto valore delle parti elettroniche sottratte, ò improbabile che una tale refurtiva risulti commerciabile. E il sabotaggio in un centro per la ricerca pura ò molto più preoccupante del furto, anche perché è più difficile fare un'opera di prevenzione. Nei laboratori che sorgono alla periferia di Ginevra sul confine tra Svizzera e l-'rancia, lavo¬ rano più di quattromila persone tra scienziati e tecnici. Una vera e propria città della scienza, cresciuta anno dopo anno via via che gli esperimenti richiedevano macchino più potenti, e quindi sempre più grandi. Nato all'insegna della riconciliazione tra i Paesi europei dilaniati dalla seconda guerra mondiale, il Cern è stato il primo esempio di cooperazionc che abbia portato buoni frutti. Quattro premi Nobel conquistati negli ultimi dieci anni (Carlo Rubbia, Van der Meer, Steinbergher e Charpack) danno la misura di questo successo. Il sabotaggio getta una luce sinistra su quello che, con il Fermilab di Chicago, è oggi il più grande centro di ricerca in fisica fondamentale del mondo. Bloccando il protosincrotro¬ ne, il sabotatore ha colpito al cuore. Possiamo infatti immaginare le macchine del Cern come una serie di scatole cinesi ognuna delle quali è un acceleratore di particelle più grande di quello precedente. Un acceleratore rettilineo introduce protoni, particelle con carica elettrica positiva che costituiscono i nuclei atomici, in un primo anello dove acquisiscono una maggiore energia: il sincrotrone. E' qui che il tecnico ha smontato la strumentazione elettronica per regolare il fascio di particelle. Normalmente, dal sincrotrone le particelle vengono avviate al supersincrotrone, un anello di magneti lungo 7 chilometri, e di qui si passa al Lep, che ò un anello di magneti lungo 27 chilometri, il tutto in galleria a circa 100 metri di pro¬ fondità. Fermando il sincrotrone - la più piccola delle scatole cinesi - si ferma inevitabilmente tutto il resto. Gli esperimenti, ognuno frutto di collaborazioni internazionali tra centinaia di fisici, sono distribuiti intorno all'anello di massima energia. Una fermata di quasi due mesi significa danni per molti miliardi, cifra ben supcriore al valore delle parti sottratte (e in parte già ritrovate). Soltanto a dicembre, dopo lunghe trattative, era stata decisa la costruzione di Lhc, un acceleratore che darebbe al Cern il primato assoluto nel mondo. Un'impresa strategica, che non ha certo bisogno di altri intralci oltre a quello già posto dal blocco dei finanziamenti. Piero Bianucci I! Nobel Carlo Rubbia

Persone citate: Carlo Rubbia, Meer

Luoghi citati: Chicago, Ginevra, Svizzera