Assassinata leader femminista

In Algeria In Algeria Assassinata leader femminista ALGERIA. L'offensiva terroristica lanciata dagli integralisti in concomitanza con il Ramadan, il periodo dedicato dai musulmani al digiuno, continua a provocare vittime in Algeria. Ieri nella capitale il quotidiano «El Watan» ha dato notizia dell'assassinio di Bajir Bentayeb, 40 anni, collaboratore del ministero degli Esteri algerino. Il funzionario è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da due uomini nel quartiere di Birkhadem, considerato una roccaforte dei fondamentalisti del gruppo islamico armato (Già). Nell'agguato è rimasta gravemente ferita anche la moglie. Bentayeb, che per anni aveva lavorato all'ambasciata algerina a Roma, era distaccato al reparto finanziario del ministero degli Esteri. Ma ieri anche un'altra vittima è caduta sotto i colpi dei terroristi: si tratta della nota attivista per i diritti umani berbera algerina Nabila Djahnine, architetto e presidente dell'associazione delle donne della Cabilia, assassinata davanti all'università del capoluogo cabilo di Tizi Ouzou in un attentato di presunta matrice islamica. Lo ha reso noto il raggruppamento per la cultura e la democrazia (Red) di Said Saadi, partito etnico berbero vicino al regime militare di Algeri, imputando anche questo attentato ai gruppi islamici armati. Sul fronte più prettamente politico della crisi algerina, si registra intanto il consolidarsi dell'eventualità che il regime militare di Algeri finisca per concorrere da solo alle elezioni presidenziali fissate per luglio dal generale Liamine Zeroual. Il fronte di liberazione nazionale (Fin) di Abdelhamid Mehri, ex partito unico che ha governato l'Algeria dall'indipendenza dalla Francia nel 1962 al golpe del gennaio del 1992, ha infatti confermato che non parteciperà alle elezioni in una nota pubblicata dal giornale algerino «El Ouma». Al pari degli altri sei partiti islamici e laici firmatari lo scorso 13 gennaio della «piattaforma di Roma» promossa dalla comunità di Sant'Egidio - primi tra tutti il fronte islamico di salvezza (Fis) e il fronte delle forze socialiste (Ffs) - l'Fln accusa Algeri di «non mostrare alcun interesso» per le proposte di dialogo dell'opposizione. Se anche l'Ffs di Hoceinc Ait Ahmed non presenterà un candidato alle presidenziali - il Fis è ancora fuorilegge - le consultazioni si terranno senza i partiti che rappresentarono l'85 per cento dell'elettorato algerino nelle elezioni legislative del dicembre del 1991, annullate dal golpe del gennaio successivo, evento scatenante di una guerra civile costata oltre 40mila morti. E non è neanche certo che sarà Zeroual il candidato presidenziale dei militari, visto che l'«uomo forte» di Algeri è osteggiato apertamente dai falchi «sradicatori» che fanno capo al generale berbero Mohammed Lamari, capo di stato maggiore dell'armata nazionale popolare (Anp). Il quotidiano «El Watan» ha nel frattempo reso noto che le scuole nel capoluogo provinciale di Chlef, 200 chilometri a ovest di Algeri, sono chiuse da giorni a causa delle minacce contro gli insegnanti degli estremisti dei Già. Secondo le cifre ufficiali di Algeri, gli scontri dell'ultimo mese hanno provocato la morte di 98 terroristi e 14 civili. Secondo la lega algerina per la difesa dei diritti umani di Ali Yahya, la guerra civile algerina niente un migliaio di vite la settimana. Una sospensione simbolica di un'ora delle lezioni scolastiche in Algeria è stata proposta per oggi dal ministro della Pubblica istruzione Amar Sakhri, in segno di protesta contro la persistente ondata di violenza nel Paese maghrebino. [AdnKronos]

Persone citate: Abdelhamid, Ait Ahmed, Ali Yahya, Liamine Zeroual, Mohammed Lamari, Ouma, Saadi, Said, Zeroual