«Sei Bombe in mano ai nazi sudafricani » di Fabio Galvano

Trafugate prima dello smantellamento dell'arsenale atomico. Scontri razziali, muore un nero Trafugate prima dello smantellamento dell'arsenale atomico. Scontri razziali, muore un nero «Sei Bombe in mono ai nazi sudafricani » Rivelazione tv, Pretoria nega LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da Pretoria negano, ma il campanello d'allarme continua a suonare con insistenza dopo le rivelazioni di un documentario sul Channel Four della tv inglese, secondo cui un gruppo di estremisti bianchi sudafricani disporrebbe di una bomba all'idrogeno e di cinque bombe ai neutroni. Si tratterebbe, secondo il programma televisivo, dell'arsenale nucleare che il Paese aveva allestito negli anni di maggiore tensione ma che il presidente De Klerk - dopo avere ammesso la sua esistenza - aveva deciso di smantellare nel 1993. Secondo un ex agente dei servizi segreti sudafricani gli ordigni sarebbero nascosti nel Transvaal settentrionale; e la notizia - nel clima di tensione razziale acuito ieri dall'uccisione di uno studente di colore durante l'assalto a una scuola da parte di studenti bianchi - getta pesanti punti interrogativi sulla difficile convivenza nella nuova democrazia. L'ex agente segreto afferma nel documentario di Channel Four che il Sud Africa, con aiuti esterni, aveva un programma nucleare segreto e aveva prodotto 24 bombe all'idrogeno e un numero indeterminato di bombe ai neutroni, collaudate con un missile nel Canale del Mozambico. Egli afferma che parte di quel- le armi sono ora nelle mani di estremisti di destra che non accettano la legalità del governo nero salito al potere l'anno scorso. «Temo una guerra civile», afferma. Un altro esperto, Nick Badenhorst, ha precisato che le bombe ai neutroni, che uccidono l'uomo ma non distruggono le cose, erano state allestite con la collaborazione d'Israele. Un alto stratega militare, anch'egli anonimo, afferma addirittura che «centinaia» di ordigni erano stati portati via dai depositi dopo la pubblica ammissione da parte del governo. «Sono convinto - dice - che siano tornati in Israele. Ma non sappiamo che cosa sia rimasto in Sud Africa». Le reazioni non si sono fatte attendere. Un portavoce del ministero della Difesa, il maggiore Muff Andersson, ha dichiarato ieri a Pretoria di non essere a conoscenza di alcun arsenale nucleare segreto in mano a chicchessia. «Credo che sia una sciocchezza», gli ha fatto eco Bertus Celliers, portavoce dell'agenzia per gli armamenti Armscor. Un'altra fonte del ministero ha aggiunto che il programma della tv inglese «ha provocato ilarità, non preoccupa¬ zione». Persino l'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, è intervenuta nel dibattito precisando di avere verificato le affermazioni di De Klerk relative allo smantellamento di tutte le armi nucleari. I conti tornerebbero, secondo l'Aiea, anche per quanto riguarda l'uranio arricchito a disposizione del Sud Africa. Nel coro delle smentite è intervenuto anche il direttore dello Star, quotidiano di Johannesburg: «Ci sono molte voci incontrollate - ha detto - e finché non saremo sicuri dei fatti non le pubblicheremo». Ma proprio l'e¬ sperto militare del suo giornale, Norman Chandler, riferisce con certezza nel programma di Channel Four che gruppi estremisti avevano avuto accesso ad almeno due ordigni nucleari. Sull'allarme nucleare si è ieri innestato un nuovo episodio di insofferenza razziale, con l'assalto da parte di circa 150 studenti bianchi di una loro vecchia scuola abbandonata nel quartiere di Ruyterwacht, presso Città del Capo, ora riutilizzata per studenti di colore provenienti da una località distante quindici chilometri. Armati di catene, mazze da baseball, manici d'ac¬ cetta e mattoni gli estremisti hanno a lungo premuto sul reticolato che li divideva dai tremila studenti. Nonostante l'intervento di un centinaio di poliziotti ci sono stati sporadici contatti; e un ragazzo di colore è stato accoltellato. Portato in ospedale, ò morto poche ore dopo. Un altro degli aggressori ha ferito uno studente negro a frustate. Altri hanno cercato di aizzare cani inferociti contro la scolaresca; e soltanto il deciso intervento della polizia è riuscito a scongiurare il peggio. Fabio Galvano Giovani bianchi di fronte al cordone dei poliziotti che protegge la scuola di Ruyterwacht, a Città del Capo ifotoreuter]

Persone citate: Andersson, De Klerk, Nick Badenhorst, Norman Chandler